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blog di stellasenzacielo

La fine

Vorrei esser
farfalla
per volare via
alla ricerca della
fine dell'arcobaleno.
-Ma perchè non l'inizio?-
La fine mi intriga e m'incuriosisce.
-Farfalla con sete di sapere, torna qua-
Voglio trovarla, mi capisci fratello?
-Come pretendi io possa comprendere?-
Mi spaventa l'infinito.
-Ma guarda, io invece temo la fine-
Non riesco ad arrendermi al fatto che la vita è ridicola se messa a confronto
alla fine.
-Farfalla con sete di sapere, torna indietro, ogni cosa a suo tempo-
Io la troverò.
Vorrei esser
farfalla
per volare via
alla ricerca della
fine dell'arcobaleno
e per crederci davvero.

Lettera all'umanità

 
Giornata mondiale della Memoria, 27 gennaio 2010
 
Lettera all’umanità
 
Oggi il passato sventola la sua bandiera, che non è vittoriosa, davanti ai nostri occhi per riapparire.
E io gli rispondo. Sessantacinque anni dopo, sento il dovere di scrivere qualcosa, non importa cosa e come, riguardo le numerose vittime dei campi di concentramento.  Il passato non è ambizioso questa volta si accontenta di rivivere un giorno l’anno. E’ in questo giorno che non mi impongo il silenzio come molti fanno, io mi impongo di parlare anzi di urlare contro la tragedia che è avvenuta meno di un secolo fa.
Prima di tutto tengo a precisare che non è solo la Giornata della Memoria per gli Ebrei, ma anche per tutti i nemici politici, gli omosessuali, i ROM e chiunque non rientrasse nella categoria “ariana”...uccisi. E non è solo per questo genocidio che fermiamo un solo giorno della nostra vita, ma anche per l’uccisione (meno conosciuta) degli Armeni , dei Curdi, degli Indiani d’America … e chi ne sa più ne metta.

S'impara per esperienza

Dicono s'impari per esperienza
a vivere
(Ma io di esperienza ne ho ben poca!)
Apri gli occhi per la prima volta
e nessuno ti dice mai
come andrà,
cosa ne sarà...
di te.
Impari
a scrivere,
a leggere,
a suonare la chitarra,
a copiare i compiti in classe
Ma nessuno ti insegna mai...
ad amare.
Chi l'avrebbe mai pensato
che
quest'Universo
avrebbe obbedito ciecamente al sentimento
colorato di rosa?
E quando sarai stufo
di disegnar cuori,
 decantare storie d'amore
e sarai satollo
della vita.
Guardando indietro conterai
e ricorderai appena, gli anni passati
dal tuo arrivo qua.
Perso l'amore, ahimè,
urlerai
Eppur io c'ho provato, Mondo.
Ma s'impara per sopravvivenza.
 

Ostinata la rabbia

 
Laviamo i panni
che Dio
ha sporcato usandoci come marionette dannate.
Ha deciso di usare Giuda
come mascotte dei falsi
e Adamo per la schiera dei deboli.
 Mi consumo a forza di chiedermi
perchè proprio loro,
quali caratteristiche avevan
rubato?
Per avere questo
onore
onere?
Mi domando perchè ci ha regalato un Messia
se poi l'ha guardato morire.
E scuoto la testa e mi ripeto
con ostinata rabbia:
Vi rendete conto che
la razza umana è macchiata da un sangue divino?
...Mentre tento di cogliere quella sottile linea che c'è tra la nascita e la morte...
Rabbia, rabbia ostinata di non comprenderLo.

Quando i deboli si vendicano

Cammino sola
vicina ad una strada
dove sfrecciano parole ingombranti e
stereotipi regnano incontrastati.
D'improvviso interrompe 
la mia passeggiata,
un precipizio assai buio e poco promittente.
Stendo le braccia e provo a volare,
ma il mio tentativo
è nullo
perché un rumore attanagliante
invade l'aria.
Mi volto,
È un carrello
colmo di gatti
spinto da topi vendicativi.
Si fermano,  mi guardano,
con aria strafottente,
inarcano un sopracciglio
e lasciano lì sull’orlo i nemici.
Ecco l’incubo del precipizio.
Stare o non stare
Cadere o non cadere
Opporsi  o arrendersi
Mi avvalgo del silenzio quando invece dovrei urlare.
Dubbio. Ecco la più atroce vendetta.

Dieci

 
Ci osserviamo come in stasi  per qualche attimo stranamente non sfuggente.
Quei pochi secondi non prendono la rincorsa e non saltellano via sogghignando,
ma eseguono una lenta danza catturante.
L’avrei applaudita se non fossi stata così presa nel guardare quell’anziano signore
proprio inanzi a me.
Quegli occhi trasparenti che di cose ne hanno viste,
mi fissano con semplicità.
Non ha pregiudizi,
ha avuto tutta la vita  per eliminarli o almeno metterli in un cassetto a parte.
Sembra solo, ma non incompleto.
Sembra triste, ma non abbattuto.
Sembra stanco, ma non arreso.
Comincia a piovere e le gocce di pioggia colano lungo le sue guance,
conto le sue rughe,
una, due, tre…
E’ quasi fradicio.
Quattro, cinque, sei…
Potrei farlo stare sotto il mio ombrello.
Sette, otto, nove...
Gli offro il riparo e lui mi regala un sorriso e sussurra quasi impercettibilmente:
Grazie.
E dieci...

Predatore

 
Predatore spietatamente abile
Mi chiedo come faccia ad
abbracciare le proprie vittime
poco prima di distruggerle.
Io lo guardo,
 lui a sua volta mi scruta e si chiede
Cosa vorrà mai quell’essere umano da me?
Ma imperterrita, continuo a fissarlo
Mentre esegue la sua danza mortale.
Crudelmente affascinante,
assassino professionista …
il fuoco.
 

Falsi ipocriti

Ipocriti nei loro uffici
fingono di esser sordi
e si coprono gli occhi
per non vedere
persone che 
non possiedono nulla tranne 
le lacrime da versare sulle loro disgrazie.
Dio conceda loro almeno quelle. 
Ipocriti stringono le cravatte,
lucidano le scarpe e
sono pronti ad un nuovo trionfo.
Mentre molta gente per un loro schiocco di dita
potrebbe salvarsi...oppure no.
Capite,
che è tutto nelle mani di ipocriti?
Ma gli unici in grado di regalarci un sorriso anche se tutto va male, ahimè,
non sono gli ipocriti in questione.
Quelli sanno solo fingere e far credere che tutto quello che scelgono è corretto.
Ipocriti.

Capriccioso gioco

A giocare col destino
Pochi eletti Son riusciti.
Colossale impresa,
spostare i titani
e prendersi gioco di loro.
Ironia sottile o
Sarcasmo pesante
Son caratteristiche rare
Che non tutti san sfruttare.
Se non giochi bene le tue carte
Difficile è averne un’altra mano.
Sguardo scarlatto
O
Voce di veleno
Poco importa,
capriccioso è il gioco della sorte.
A giocare col destino

 

Eccelsa o quasi

Eccelsa o quasi la mente di colui che non sa.
Che ignora che cosa lo aspetta un giorno lontano si spera.
Ignaro del suo futuro e schiavo del passato,
il passivo in questione
non pone domande e non ottiene risposte.
Credesi illimitato, ahimè, come è doloroso scoprire il limite umano.
Scorgi dalla finestra uccelli
che dominano il cielo e invadono la terra.
E poi ti chiedi dov’era la lealtà di Dio quando ci ha creati,
perché non ci ha fornito di ali?
Ma è il mistero a fungere da ossigeno a colui che ignora.
Eccelsa o quasi la mente di colui che non sa.

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