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E le labbra

E le labbra
e il cavalletto di una moto
e una sera qualunque
 
catalizza il viso chi ascolta
improvviso e cosciente
di due mani un suono
 
accanto al muro
i gatti
cade il silenzio attorno.
 
È un io in due
due in uno.
 

Soffi

Di soffi dentro
di volti chiusi all’anima
di sogni estremi
nascosti ed infiniti
oggi ti canterò
ti sentirò
ti vorrò dire
dolce come uno sguardo d’ambra
mi entrerà dentro tutto il tuo sapore
come di giorni chiari
nuovi
aperti al vento
di ogni dove.

Non mi guardate

 
Vi guardo
e vedo stanca
come da dietro un vetro
presa in altro orizzonte
isola in mezzo a voi
finchè mi basta il fuoco
di un pensiero al futuro
e di un canto al ricordo
viandante senza maschera
con le mani di stoffa
vi coprirei di baci
se potessi.
Non mi guardate.
 

Il fare

Muta
tra sinfonie d'inverno
il gesto in un taccuino
e me bambina
che non so fare un passo.
 
Così mi accade
un dolce non sentire:
quello che dico e penso
in fondo è uguale a me
dentro uno specchio.
 
Inusuale, splendido
e perenne.
Il fare a volte è triste
l'essere è maestoso.

Epifania (piccole cose)

Risveglio al mattino presto
c’è un biscotto per te
c’è un biscotto
dolce e caldo
impastato da me
 
lontano nei giorni passati
nel fiume dei giorni futuri
un prato al sole
e un caminetto pronto
per la sera
 
sognare all’ombra
come da piccoli
l’aria splendente
solo un dolcetto e una calza  
un mandarino
una noce.

Tempo di neve

Forte il suono
col cielo candido stasera
di neve.
 
Chiaro sarebbe il gelo
ma fumoso agli occhi il sentiero
di volute ritorte.
 
M’incamminai sola
come un tempo di ore
senza nascita.
 
Ma non sognai
di volti e cifre
non parlai.
 
Se tu volessi
incantarmi nel silenzio
potresti ancora.
 
Se io ascoltassi
nella trasparenza
mi innalzerei ancora.
 
Il mondo intorno
è ora un granello
di vita vera
 
da cogliere al buio
volendo
senza indugio.
 

Paralisi

E’ questo infatti
tuo modo di guardare
le strade strette
del pensiero emozione
incantandoti fino all’ossessione
e la paralisi
come andare avanti
fosse impossibile
il viaggio tuo bloccato
resta il mio
vasto di suoni acuti
e tarde frasi
ad accorciar parole
soffocate
invano attendi
luce e fuoco ancora
che hai dentro e brucia
e intanto tu non vedi.

Luci

Ci luccicavano gli occhi
non so se di pianto o di riso
quella volta
e tante altre, e ancora
di forza e debolezza
di incanto nel futuro
lo stupore di vita,
i lampi d’esistenza.
Com’era dolce la pioggia,
gocce di musica sul viso.
Ci luccicavano gli occhi
scavandoci il cuore,
quegli occhi.
Mai finito
mai voluto
mai dimenticato.
 

Voce

Vaga
nel muto mondo
di mare sassi e vento
voce solitaria
 
il canto giunge
tra pieghe di una notte
straziandomi il sentire
 
falsandone le note
vibro come di pianto
dipinto al muro
 
come di foglia
lieve cadendo
in volo sottile
 
quando
-tu dimmi quando-
potrò ascoltare ancora
e non morire.
 

Morte di una poetessa

E rintanate al buio
le parole
restano intatte
al passaggio del mondo
filtrano gli occhi
le verità ardite
-e sciocche-
del cammino in-verso escluso.
Girano gli orologi
affettando i giorni
-di che silenzio
è oggi
il nostro tempo...-

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