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Filosofia

Il mare, il sole & me

A due passi dal mare
ritrovo quel senso di vuoto
che mai avrei voluto riprovare
 
A due passi dal sole
mi lascio scaldare
fino a quando non sento
il fuoco bruciare
 
A due passi da me
tanti dubbi tanti perchè
ma ora torno a camminare
lontano dal dolore
per tornare ad Amare

La porta si chiude e i passi vanno via (per l'8 marzo)

Una ragazza, a Torino, si è scoperto circa un anno fa, è stata segregata da suo padre in una stanza e violentata per ventiquattro anni. Io vorrei dedicarle queste parole, e dedicarle a tutte le donne che subiscono, quotidianamente, violenza da parte degli uomini. Sette milioni di atti di violenza, ogni anno, nelle mura domestiche, che raramente vengono denunciati. Vorrei che ogni uomo riflettesse su questo, prima di regalare, per l'otto marzo, il solito stupido mazzo di mimose.
 
Buio.
Solo in passi nel buio.
Pesanti. Trascinati.
Orrore.
Odore che spezza il naso
e la porta che si apre
violenta.
Un lampo di luce
e si intravede il cielo
da una finestra.
 
Buio. Ancora buio.
 
Un respiro affannato, bestiale
come un rantolo.
Un vomito, un dolore.
Mani che aprono le gambe
che accarezzano viscide,
sporche, come alghe marce,
come insulto e sputo.
 
Buio. Occhi che vedono il buio
Null’altro. Nessun confine.
Mani nel tuo sesso,
che frugano, senzà pietà.
Mani sui seni, sul volto,
sui fianchi.
Mani sull’anima
che succhiano
stritolano
sporcano.
 
Qualcosa entra dentro
e lo senti. Non hai grida.
Non hai dolori, non hai nulla.
Solo il buio e quel respiro
da macellaio sulla tua bocca.
 
Ti lasci frugare inerte.
Poi la risata. La solita risata.
E qualcosa d’appiccicoso sul ventre.
Nel buio. Che ti copre.
Ti protegge. Ti salva.

Ricomincio da 3

Dalla certezza che del doman non c’è certezza
e ogni giorno va costruito
giorno dopo giorno cercando l’infinito.

Dalla consapevolezza che a volte
la testa, nella lotta col cuore, è più forte
e non c’è calore o sincero amore
che cancelli via paure e dolore interiore.

... e che di strada ne abbiamo fatta insieme
tra passione, risate e volersi un mondo di bene
eppure meschine parole di stolte persone
allontanano la tua strada dalla mia stessa direzione!

Vorrei.

Vorrei dimenticare, ma non riesco.
Vorrei ricordare, ma non posso.
Vorrei tornare indietro, ma è tardi.
 
Chiudo gli occhi, vorrei sognare.
Sono stato nel suo giardino,
stringo tra le mani un ciuffo d’erba.
 
Ora tutto è possibile.
 

Cicatrici.

luce accecante
dolore lancinante di lama di coltello
lucida sensazione
di anima come velo strappato
emozioni che ingombrano la mente
 
la tua presenza
 
il tuo viavai nei sentieri del mio cuore
percorsi lievi lasciano orme pesanti
come tracce di sangue rappreso
 
ferite di un giovane amore non speso
presenza lontana di ricordi scordati
dolore che torna lenito dal tempo
 
di un amore compiuto
 

Perdute mie illusioni

Mi sfiori i sogni
con delicatezza
e li soffi via
lontano
nel perduto
immenso
.
Ora che vuoi
catturare
anche i miei pensieri
fuggo
a piedi scalzi
e sfioro la neve di parole
che non posso sentire
.
Perdute mie illusioni
dove siete
non vi vedo
in questa selva
di sguardi
.
Nascoste farfalle
dell'anima
sbattete più forti
le ali e
seminate le polveri
che i miei sogni
disperdono
.
Eterna mia incertezza
guidami
ed indicami
l'onda da seguire
tocca il fiore da annusare
io capirò
ma ridammi
i miei sogni
ridammi le mie illusioni
perché
senza d' essi
applico alla vita
i puntini di sospensione
.
 
Caterina Manfrini, in (p)arte Stella senza cielo
 
*scultura di Nicola Manfrini

Fronte sepolto di Damasco

Bastava
covato dalla sabbia
uno scaffale sul retro?
 
Spigolando arabeschi
velandomi dell’altra parte del mondo
me stesso al vento cieco forzando
 
suonai, suonai
sul fronte sepolto di Damasco
 

Tavolo dei quattro venti (tavolo allungabile con quattro o otto sedie)

 
(Sulle tre parti del tavolo: )
 

 
L’esperienza
 
si apre
 
alla coscienza infinita
 
 
(Sulla spalliera delle sedie, se sono quattro: )
 
NORD
SUD
EST
OVEST
 
(Se sono otto si aggiunge: )
 
NORD-EST
SUD-EST
NORD-OVEST
SUD-OVEST
 

 

Teoria dell'estremo praticante.

Si, lo so! io sarò prosaico.
m'inuzzola gaiezza giocare
con verbi grassi e grasse rime
rincorrere di vernacoli le mode
dei motti detti solidi dialetti
voci di gleba a bassa lega stretti.
 
Che seppure è verità ripa non trova
poiché nessun che abbia sale in testa
vorrà con l'ira, ancorché giusta, replicar
a uno scherzo che molto rode ma
gli altri di risa fa goder e nulla cale.
 
La lirica più si specchia e si rispecchia
ammanta di bontà la sua maniera
rende graziose nane favole e concetti
maschera povere realtà minime banali
esalti miti insulsi in bella forma detti.
 
Poiché l'anima del cerebro si nutre
sede del vero del mistero e intelligenza
non nell'intestino o nella forma sciala
voglio testar che nulla è più eloquente
del frutto d'ogni dì che il praticante
mastica, in questa vita laida, snervante.

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