Scritto da © Franco Pucci - Mar, 20/04/2010 - 06:28
Il Pierrot di porcellana.
un piccolo Pierrot di bianca porcellana
con l’abito da scena spiegazzato e liso
in posa indecente laggiù sull’ottomana
offriva la tristezza mentendo col sorriso
con l’abito da scena spiegazzato e liso
in posa indecente laggiù sull’ottomana
offriva la tristezza mentendo col sorriso
(fu il regalo per il mio compleanno
di tutti i burattini del vecchio teatrino
lui solo andava in scena ogni anno
interprete perfetto del mio destino)
di tutti i burattini del vecchio teatrino
lui solo andava in scena ogni anno
interprete perfetto del mio destino)
così abbandonato al tempo inclemente
di polvere coperto, la lacrima sbiadita
e’ ritornato a vivere improvvisamente
da quando la sua maschera ho rapita
di polvere coperto, la lacrima sbiadita
e’ ritornato a vivere improvvisamente
da quando la sua maschera ho rapita
siccome burattino di bianca porcellana
sul palco della vita dirò con leggerezza
recitando al meglio la parte da puttana
sarà l’ultima scena, bando alla tristezza
sul palco della vita dirò con leggerezza
recitando al meglio la parte da puttana
sarà l’ultima scena, bando alla tristezza
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Scritto da © Franco Pucci - Lun, 19/04/2010 - 19:10
Parigi, oh cara.
Ti ho aspettato a lungo.
Seduto al tavolino del bistrot
mentre il pastisse
che stavo sorseggiando
profumava d’anice
quella sera parigina.
Le note di un valzer musette
rallegravano il cielo
che si stava tingendo di rosso.
Ti ho aspettata a lungo
quella sera a Parigi.
Inutilmente.
Eri già arrivata e sedevi
accanto a me.
Non me ne ero accorto.
La Senna scorreva pigramente.
Malinconia.
Seduto al tavolino del bistrot
mentre il pastisse
che stavo sorseggiando
profumava d’anice
quella sera parigina.
Le note di un valzer musette
rallegravano il cielo
che si stava tingendo di rosso.
Ti ho aspettata a lungo
quella sera a Parigi.
Inutilmente.
Eri già arrivata e sedevi
accanto a me.
Non me ne ero accorto.
La Senna scorreva pigramente.
Malinconia.
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Scritto da © Franca Figliolini - Lun, 19/04/2010 - 18:42
Rifugium Peccatorum
quanta notte c'è in questa notte
quanto di silenzio
quanto di abbandono
scivola la mente nelle pieghe del buio
pesante cappa di raso
che fascia il corpo
lo inchioda all'essenza
lo confonde di parole
-oh, stralunate amate
parole-
che risuonano ovvero cantano
baluardi
contro il battere del nulla
rifugium peccatorum
il cui peccato è vivere
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Scritto da © Ladybea48 - Lun, 19/04/2010 - 17:37
Sasso
Un sasso non è
un vuoto a perdere.
Magari levigato, smussato,
sbiadito,
corroso dall’acqua
e dal tempo,
ma l’anima che racchiude
per sempre rimane.
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Scritto da © ileana - Lun, 19/04/2010 - 09:47
Elisa
con la mela in tasca
rosicchiando l’avvenire
per merenda
sugli scalini di casa
sedeva sempre Elisa
nei fragili pomeriggi
del dopo scuola
con mano d’ala sfogliava pagine
come fossero piume e con l’altra
pesante come macigno
teneva a freno il vento
rosicchiando l’avvenire
per merenda
sugli scalini di casa
sedeva sempre Elisa
nei fragili pomeriggi
del dopo scuola
con mano d’ala sfogliava pagine
come fossero piume e con l’altra
pesante come macigno
teneva a freno il vento
* a mia figlia
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Scritto da © Bruno Amore - Lun, 19/04/2010 - 07:52
I ricordi
uno sull'altro accatastati a legna
per la stagione fredda, stanno
i ricordi di anni ormai passati.
di essenza dura pregiata alcuni
ed altri già fragili alla mente
non reggeranno al fuoco
del racconto se mai qualcuno
li volesse ascoltare.
tuttavia si raccolgono
in ordinate pile e la nostalgia
ha cura non debbano sparire
che seppur torti nodosi ovvero
fradici inzuppati
nel cantone serotino della vita
quando l'ultime veglie
alitano malinconia
scalderanno l'ossa vissute
pronte a riposare.
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Scritto da © Alexis - Dom, 18/04/2010 - 20:37
Katsushika Hokusai, Cascata
Visioni notturne
Scende la luna
come latte
sul dorso di silenti montagne.
La sua luce bagna i visi
scolpiti fra le ombre
di una notte che non conosce età.
Solo stupore prova il viandante
che timido osserva quella forma materna.
E mentre colma il suo cuore di speranza,
nel suo seno, impotente, cadrà.
come latte
sul dorso di silenti montagne.
La sua luce bagna i visi
scolpiti fra le ombre
di una notte che non conosce età.
Solo stupore prova il viandante
che timido osserva quella forma materna.
E mentre colma il suo cuore di speranza,
nel suo seno, impotente, cadrà.
Katsushika Hokusai, Cascata
Alexis
18.04.2010
18.04.2010
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Scritto da © Nero74 - Dom, 18/04/2010 - 20:11
Gioia Sommersa
Slavata, sbiadita…
la Gioia giace
sul fondo di un catino d’acqua torbida.
Pochi indovinano il recipiente che la contiene,
troppi quelli che buttano l’acqua
senza curarsi di quanto c’è dentro…
E pensare che a volte
basterebbe non temere di bagnarsi le dita
per riuscire a trovarla…
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Scritto da © giuseppe diodati - Dom, 18/04/2010 - 18:00
L'iguana sulla palma
C’è una iguana
sulla palma di cocco
un uccello
che la becca sul dorso.
E Tucacas
che raccoglie i miei pensieri
in questo strano caldo
con l’aria
che si ferma sulla gola.
E c’è una donna
che raccoglie l’erba
dalla piscina
una donna
che spinge indietro
i suoi capelli.
Ha pelle ambrata
e bocca che
sospira l’amore.
C’è una iguana
sulla palma
in questo incanto
del Caribe
un Rum
e una Rumba.
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Scritto da © miresol - Dom, 18/04/2010 - 17:38
Stasera
Stasera
vorrei veder aperte
tutte le finestre
per salutare Enea.
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