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cose così

la lingua

 saetta pronta
quando è estratta 
per colpire,schiocca
incessantemente
sugli accenti.
ma gusta e pregusta
per un intero ciclo
il sapere ed il sapore

Tra un momento spegnerò la luce

 
Sono le undici passate.
Fra un momento spegnerò la luce.
Sono seduto sul ciglio del mio letto.
Fra un momento sarà tutto buio.
 
E' come quando sono seduto sul bordo della mia barca, coi piedi già in acqua, le bombole sulla schiena, la maschera ed il boccaglio stretto fra i denti.
 
Spengo la luce. Mi lascio cadere di fianco, adagio la testa sul cuscino. Mi copro.
Le lenzuola un po' fredde. Mi rilasso.
 
Un colpo di reni e salto giù. L'acqua inevitabilmente fredda al primo impatto.
Un ultimo controllo alle attrezzature, una capriola, scendo.
Sono un po' teso, come ogni volta. Pochi attimi e mi rilasso
 
Gli occhi restano spalancati, fissi a guardare nel buio.
Quale immensità è il buio. Mi sento piccolo piccolo.
Penso.
Mi sembra di essere immerso nell'infinito.
 
Gli occhi spalancati, continuo la mia immersione.
Quale immensità sento intorno a me. Mano mano è sempre più scuro.
Il campo visivo sempre più ristretto, si riduce al cono di luce delle mie lampade.
Mi sento sempre più piccolo.
Ho l'impressione di essere inglobato nell'infinito
 
Entità troppo grande per la mia stanza e la mia mente, c'è da perdersi.
Il mio sguardo avanza instancabile scansando stelle e pianeti, ma è come camminasse in senso opposto su una scala mobile.
Un minimo di angoscia.
 
Mi sento sospeso nel nulla, un frammento di meteorite nello spazio.

sssooooffffiiiiiaaaaa

fruscian le fronde
va tra frasche fresche
nel buio del bosco
sopra umidi afrori.
e profumi muschiati
esalano quando soffia
la brezza notturna
e s'apre la volva a nuova
vellutata cuticola
fresca di nascita.
 

Cose Così [di sangue, direi]

Infilerò l'indice al centro di quest'amore così da vedere il sangue colarmi dal dito al palmo, al polso, e con uno straccio di stoffa sfilettato farò un bracciale unico.
 
Voglio vederlo ansimare, trascinarsi a raggiungere mani, obbligate a raccoglierlo.
 
Rubate le rose,
le spoglio di tutto,
infilo le spine sulle gengive arrese al dolore.
Non parlo, non guardo, mi astengo:

non sento al di fuori di me.

 
Galleggiando, ostile, tra i se e i però, questo malessere mi sa a memoria, che colore avrà?
 
Il tacco dello stivale sembra un ago grosso, serve a ferire. Morire.
 
Abrade ogni memoria delusa, il pensarti. Si ricompone la rosa in una camicia da sbottonare. 
 
Potessi entrarti sotto i denti e farmi masticare, mischiarmi alla saliva e farmi deglutire. 
 
Ah se potessi fare.
                                    Rifare.
 
 
[Vieni qui, piccolina]
Manuela

La falena

tic toc tac
la notturna bussa batte
contro il vetro
rapida intorno vola e
tac toc tic
riprova l'altro lato
senza tema
non si posa che scotta
toc toc toc
di nuovo ancora scende
invano sale e riprova
nel vorticar dell'ale
tic tic tic
più sottile il paralume
più brillante la luce
più caldo bruciante
tac...
brusco un lampo
attraversa la fiammella
tic
batte sul piede del lume
stecchita.

Cose Così [di piuma e di cotone]

Sono di biscotto i tetti appena sotto la neve, pronti a sbriciolarsi al primo scroscio di latte.

Come amori dolci presi in drogheria, tre etti, due zollette, un bacio steso sul  petto, attimi fioriti, plissé discreti, vendemmie di cieli cobalto.

Dici di noi?

E' una coperta quest'amore di notte arrendevole, raffica di piuma e di cotone in bocca,  toglie il respiro e lo ridà tremante. Le ciglia danzano su occhi, di trasparenze, i cristalli e il fiato sul viso.

Carezze seminude, portate in braccio ad un galà di luna, attutita nemesi di lacrime dondolanti.

Poggia sui gomiti la malinconia e osserva muta l'acero bianco, il sicomoro, il sempiterno.

Ti stringo la mano, attenta a non cadere.

 
Manuela

 

Stanotte vado a pescare

ho stracciato i miei pensieri in tanti piccoli, minuscoli pezzettini
ho gettato i coriandoli delle mie angosce nel canale sotto casa
mi sono fermato ad ascoltare il motore dei pescherecci in partenza

hanno galleggiato a lungo nello scuro dell’acqua del canale
ho atteso invano che il mulinello li inghiottisse, niente da fare
sono rimasti lì, fluttuanti, irrispettosi e vendicativi frammenti
di pensieri notturni indesiderati e stancamente abortiti

ho chiesto un passaggio ed ho preso al volo il peschereccio
stanotte lascio che le mie angosce affoghino nelle acque del porto
su un battello chiamato "poesia" vado a pescare, non aspettatemi
 

Cose Così [di mandorlo, di stelle, di sale]

Sembra sia sceso il grigio sulle spalle, quando ne senti il peso e pieghi il capo su carte, fitte di segni che non vedi se l'occhio si perde in amarezze.

Sono di mandorlo i petali poggiati sulla riva, conchiglie bianche in attesa d'impronte, sottomesse al transito dei pensieri. Sapranno di sale le tue labbra strette di noia e di vento, lo sguardo altrove, fisso davanti.

Pacato, distante da tutto ma non da te, eppur vorresti, ti siedi al bar come d'estate.  Sbatte e percuote un legno, il cartello slegato, a farti tornare, nonostante te.

Sorseggi un caffè, il gusto dimenticato in un afflato di fumo, un altro trattenuto a riempire i vuoti, poi soffiati lontano, contraffatti da giochi leggeri.

L'avvizzire nei minuti d'un giorno pervinca, questo il detestabile... Fortuna il libro nella tasca del loden, e un sentimento dorato, accende sorrisi di  stelle sulla schiena.

 

Manuela

 

Appunti di viaggio

Sono appena rientrato dal consueto viaggio cui il mio datore di lavoro periodicamente mi obbliga. Come il solito l’impegno è stato portato a termine con scrupolo e professionalità: i siti visitati non presentavano anomalie o variazioni significative. Il cuore pulsava regolarmente e non vi era alcun sintomo di rigetto dopo l’ultimo trapianto. L’anima era al suo posto, benché tuttora sofferente per le ferite non ancora cicatrizzate. Tutto mi è sembrato terribilmente normale. Solo mi chiedo: questo mio continuo viaggiare dentro me stesso mi viene retribuito con una diaria normale o c’è un’indennità come inviato speciale?

la pelle tira

Sento  i tuoi artigli di fiato
sul quel corpo di lavagna
stridono, turbano
e infastidiscono
 
Dolore adolescenziale
al centro del petto
quando la pelle tira
per far sbocciare i capezzoli
accompagna gusto
di mandorle amare sulla lingua
 
" che tu sia punito
col massimo della pena
e senza effusione di sangue"

 

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