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A Fra Beppe Prioli (Fra Mitra) - saonab

Al funerale di Gianluca, mio carissimo amico,
ha partecipato anche Fra Beppe Prioli, detto
il frate degli ergastolani.
Conosceva bene Gianluca dato che per anni
gli stette vicino durante la sua detenzione
che gli venne sanzionata per traffico di stupefacenti.
Il mio amatissimo amico aveva pagato i suoi
debiti con la giustizia e si era rifatto una vita.
Abbiamo passato due anni insieme ventiquattr'ore
su ventiquattro, due anni in cui reciprocamente
abbiamo avuto modo di conoscerci, due anni
in cui ho potuto vedere un muso duro e rabbioso,
abbassare gradualmente la guardia
per lasciar finalmente posto
a quel devastante dolore che
in un remoto giorno della sua infanzia
gli venne incontro e gli portò via
l'unica divinità che esiste tra gli umani, la mamma.
Certo il suo dolore il "vecchio muso duro"
non lo dimostrava con le lacrime,
lui ringhiava e abbaiava ma io e Mauro e
altri ancora, avevamo capito "il male della bestia", e ai suoi
ringhi rispondavamo con dolci carezze.
Il tempo passava e Luca gradualmente
ricominciava a vivere a sorridere, e poi
successivamente a lavorare, a sognare
e a tradurre i suoi sogni in realtà.
Veder sorridere un "pittbull" è la cosa più
bella che potesse capitarmi e ultimamente
mi capitava spesso.
E allora quando al suo funerale Fra Beppe
leggendo quella straordinaria lettera
che ha scritto a Gianluca improvvisamente
si è fermato per domandarsi e domandare
con tono sconfitto e rabbioso "dimmi o Signore,
dimmi, perchè, perchè io non ne trovo la risposta,
dimmi il perchè di tutto questo" un moto di sussulto
ha scosso la mia anima, facendo riecheggiare
quel perchè nelle profondità del mio Io.
Il Perchè lo compresi mezzora dopo, al cimitero,
nell'incrociare in quella galleria piena di lapidi
Fra Beppe in perfetta Solitudine, quasi in
uno stato di trance che accortosi della mia presenza
mi si è rivolto con uno sguardo ultraterreno
per dirmi delle parole con un tono che sarà mio
per sempre. Mi disse: (premetto che manco mi conosceva)
"Non ti sembra incredibile tutto questo,
guardati intorno, La Morte, la cosa più naturale
che esista, la cosa che più temiamo".
Rimasi pietrificato di fronte a queste parole,
felice ed estatico di aver condiviso con un
uomo così straordinario un istante di Assoluta
Perfezione che mai più nessuno mi toglierà.
Il senso della morte di Gianluca, Fra Beppe
sei Tu.

Dalla testimonianza di un ex ergastolano riportata
in uno dei libri scritti da Fra Beppe Prioli

A NOME DELLE BAMBINE DI TUTTO IL MONDO, TI PERDONO...

Era in ergastolo perché aveva ucciso
una bambina di 9 anni, dopo averla violentata.
Tutti lo evitavano, perché il suo era stato
un tipo di delitto che anche i più duri tra noi
condannavano, inorriditi.
Erano già 18 anni che si trovava in prigione:
le cose più brutte le davano a lui;
i lavori più umilianti erano i suoi.
A Natale le bambine della scuola del paese
avevano scritto delle letterine a tutti noi.
Lui non aveva mai ricevuto posta da nessuno
e quando si vide tra le mani una lettera
con il suo nome si commosse:
si nascose per leggerla meglio, per conto suo.
C’era scritto: “ Io non so chi sei.
Io sono una bambina di 9 anni:
qualunque cosa tu abbia fatto, a nome delle bambine
di tutto il mondo ti perdono!
Cadde in ginocchio, in lacrime:
le prime dopo 18 anni.

Un ex ergastolano
presente all’avvenimento

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-Supervisione Paolo Rafficoni
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