Biografia
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Francesco Luca Santo nasce trentuno anni fa ad Augusta, paese dove risiede tuttora. è specializzato in Archivismo Aziendale e qualificato OSA (Operatore socio assistenziale). Dall'età di quattordici anni scrive versi e pensieri che gli hanno permesso di vincere nel 1994 la menzione di merito al concorso poetico indetto dall'ente umanitario UNICEF con la poesia "Una pietra sul cuore". Questa passione lo induce, dieci anni più tardi, nell'Ottobre del 2004, a pubblicare il suo primo libro dal titolo "Stelle senza cielo"(Derocco edizioni);la comunione in versi e prosa di tematiche d'amore e sociali. Successivamente partecipa a svariati concorsi letterario/poetici, piazzandosi per due volte al quarto posto: "Premio Rosario Livatino"(Sorrento) col testo poetico “Una luna di dolore” e "Gara poetica" indetta dalla RAI dal titolo “Di- Versi” (RAI DOC FUTURA) con due diverse poesie: “Stelle senza cielo” e “Pioggia”.
Le sue rime sono presenti in diverse riviste ed antologie poetiche. Tra il Luglio e l'Ottobre del 2007, vengono dati alle stampe due quaderni letterari: uno in versi, dal titolo "Chimere", l'altro in prosa dal titolo "Nettare di Nabucco" entrambi editi da (Vitale edizioni). Nello stesso periodo, i suoi scritti, vengono menzionati in due distinti brevi articoli redatti dal quotidiano regionale “La Sicilia” stilati e curati dal giornalista d'arte e cultura Davide Mannarà. Questo è il preludio all'incontro tra l'autore e la Presidente "Dell'Associazione Culturale Akkuaria" di Catania, Vera Ambra, che dà vita alla nascita del suo secondo libro di poesie "Per rabbia o per amore". Un anno più tardi, Ottobre 2008, grazie all'interesse della poetessa ed editrice Lucia Lanza, dà alle stampe la sua prima integrale raccolta di prose dal titolo "Bisbigli e Grida" (Lulu edizioni). Nel Dicembre del 2008 è stato premiato, con menzione di merito, al concorso “Il Natale” Città di Patti con l'opera “Il Natale di Giuseppe”. Nel marzo 2009, la biografia e due opere poetiche “Albori d'amore” e “Blu” vengono inserite nella “Nuova Enciclopedia dei poeti italiani” cura di “Aletti Editore”. Nell'Aprile 2009 è finalista al concorso letterario “Concorso di emozioni” Manuale di Mari con la poesia “Elena” Nell'autunno successivo, Ottobre 2009, è tra i finalisti del premio “Pentelite” Città di Sortino; piazzamento terzo posto con la poesia “Questo è il mio Sangue”. Francesco Luca Santo è presente in vari portali poetici del web, sotto lo pseudonimo di "Poetanelcuore" e, tramite le pubblicazioni virtuali, ha conosciuto ed intrapreso rapporti di amicizia e di lavoro poetico con diverse autrici di tutta Italia, tra cui: Dora Forino; Rosa Maria Di Falco e Anna Marinelli e “Raggioluminoso” con le quali ha composto alcuni "concerti di mani tra poeti". |
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Recensione
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Francesco Luca Santo ha iniziato la sua carriera di poeta a quattordici anni in un momento di particolare sconforto e solitudine. Per gioco dice lui. Un gioco che lo ha plasmato e nutrito fino nel profondo del cuore, dandogli modo di apprezzare le varie sfaccettature del mondo che lo circonda e che poi ha saputo tradurre in parole, parole che rimarranno impresse nel tempo. Attinge le sue poesie da argomenti più disparati, che più lo colpiscono e, da ragazzo sensibile qual è, sa trarre delle liriche notevoli, liriche che parlano della sua terra, della sua città o di amori che credeva dimenticati ma che ricorda con rimpianto e dolore come in “Il figlio che volevo”. Nella poesia “Verso te” da cui ho estrapolato questi pochi versi “… bigotta e vigliacca/ mi raggomitolo in un angolo della strada ferrata/ con in mano l’eccesso infernale …” si può percepirne la forte commozione e la straordinaria intensità. Ne “La palla” l’autore trasmette una sofferenza che non troverà mai giustizia, il dolore di un’agghiacciante realtà, una sequenza che colpisce nel profondo, versi duri ma di vera vita quotidiana. Se il motivo scatenante del suo scrivere, per Francesco Luca Santo, in principio era la solitudine, il bisogno di farsi ascoltare, adesso invece, sono i sentimenti e le emozioni. Dolci o forti, tenere o dolorose, non importa quali esse siano, sa sempre trovare il modo giusto di trasmetterle in liriche di impatto e carattere. Riportando le sue testuali parole: “Credo che la mia poesia sia un dono, non so quale sia lo scopo o il motivo, ma c'è e convive con le mie emozioni. Non riesco ad essere obiettivo nei confronti dei miei versi, non so definirli, ma sono certo che sono elucubrazioni interiori che mi dominano quando mi ritrovo la penna tra le mani. A volte credo che siano orribili e da cancellare, altre volte li trovo notevoli e interessanti, ma questo è un po' il cruccio di ogni poeta: non riuscire ad essere critici fino in fondo e razionali con se stessi. La mia, credo, sia una poesia di cuore, viscerale, senza fronzoli o pomposità tecniche, è ciò che la mente mi comunica e poi la mano scrive. Anche per questo nasce lo pseudonimo di "Poetanelcuore". Oggi il suo bisogno è diventato pace, equilibrio e quel bambino che cercava qualcuno con cui parlare, adesso ha trovato la sua amica fedele che non tradirà mai: la poesia.
“Le poesie sintetizzano
Eddy Braune
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Il figlio che volevo
“Tu non sai quanto ti amo …
ma è così!” L’ultimo soffio di fiato che udii dalle sue labbra! Quanti giorni son passati... quante cose son cambiate in me! Le strade senza colore, luce fioca per me il sole! Quante volte ti ho sognata e quante altre... ho dipinto il tuo viso sul mio cuore! Sognavo nostro figlio … con i tuoi occhi e il mio respiro! Ho sognato … non so nemmeno io quante cose! Le tue viscere adesso stanno tessendo vita ma la sua casa non sarà la mia, le mani che lo stringeranno... non saranno le mie! E tu non puoi capire … No … non puoi capire Amore mio! Non puoi capire … quanto avrei desiderato esser io... il padre di tuo figlio! |
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Verso te
Vorrei scrivere di te e di me...
di quello che eravamo ...e di ciò che il tempo ha bistrattato! Vorrei parlare col tuo grido che sordo mi esplode... nel profondo del mio ventre, come violini elettrici senza accordi Vivo di lune e vampiri... di facili letti e brutte poesie! Vivo di eccessi e trucchi da pagliaccio che imbrattano il mio viso che tu definivi Dionisiaco Sul freddo asse di un metrò... attendo quel fischio freddo che possa consegnarmi atrocemente a te! Attendo il mio ultimo viaggio... mentre questa cenere acida sfigura il mio volto inchiostrato dal rimmel Correrei per far più in fretta... spiccherei il volo, se un Dio mi offrisse le sue ultime ali! Ed invece ho paura! ...e bigotta e vigliacca mi raggomitolo in un angolo della strada ferrata con in mano l’eccesso infernale che ubriaca questi neuroni ormai folli... questi occhi del tutto spenti. Se tu tornassi dalla foresta nera... se potessi riprender vita dalle nubi oscure, il mio spirito tornerebbe a suonare la sua arpa … come crisalide che rinasce farfalla! *** (dedicato ad una donna morta suicida per la scomparsa del suo uomo) |
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La palla.
Mi regalava una palla
per farmi felice… nella sua macchina dai vetri oscurati Voleva essere mio padre perché figli non aveva… Ma i suoi giochi non mi divertivano! E come lumaca velenosa strisciava viscido sul mio corpo uccidendo per sempre il mio sorriso! Le sue carezze erano voglie… I miei silenzi Morte!!! Mi regalava una palla per farmi felice… Mentre infelice la mia età scompariva! Avevo sette anni E lui… ( lui ) Era il miglior amico di mio padre!!! |
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L'ultimo sorriso
Madre,
è già da un mese che son via, che non vedo il tuo sorriso, che non sento il tepore delle tue carezze, il profumo dei tuoi stufati e quel grembiule che odora di buono. senti solo urla e gemiti di dolore e poi non c’è freschezza nell’aria, c’è solo l’odore acre e spaventoso dei missili e degli spari. Mi hanno ferito … Addio angelo mio … mia dolce madre, morirò felice perché dinnanzi agli occhi, ho il tuo volto, la tua letizia. Addio. |
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Lager.
Stai con me stanotte
dolce stellina che da lassù mi guardi Stai con me e offrimi un fresco sogno La notte è spia il giorno è doloroso Io... io sono abbandonato in mezzo a vite spossate Io... io non conosco le loro lingue Io... io non so perché mi hanno strappato dal mio “giardino!" |
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Augusta, vita mia!
Augusta...vita mia!
Fimmina cu l'occhi virdi di mari e ù vistitu d'oru dò suli ca trasi dintra lu cori puttannumi 'n cielu , fino a lì stiddi Paisi mio... ca troppu bedda nascisti sutta lu munti di Pulifemu, ca si duci comu a lu mieli e priziusa comu ù diamanti da chiù bedda de reggini! Ti amu cu tuttu lu me cori, picchi si dintra la me anima comu na matri ...ranni e duci! E bellu è , quannu mi sveglio a matina e, rapennu a finestra, viru i tò occhi ca mi salutano cuntenti... comu se nun ti virissi da sempri.. Augusta mia, sì tu... la vita mia! *** Augusta … vita mia! |
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-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autore di Rosso Venexiano: Francesco Luca Santo [Poetanelcuore]
-Recensione: Eddy Braune
-Correzioni: Maria Catena
-Editing: Anna De Vivo [Ande]
-tutti i diritti riservati agli autori, vietato l'utilizzo e la riproduzione di testi e foto se non autorizzati per iscritto
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