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Incanti rossi di parole

 
  
“Febbraio”
 

"È una strana cosa il letto, questa imitazione di tomba, ove adagiamo le membra stanche, e sprofondiamo quietamente nel silenzio e nel riposo".

 
 
 
Riposo
 
Un pensiero in più non ci sta
sull'angolo di questo cuscino
all'estremità di un capello biondo,
biondo falso...
Ciononostante, evviva!
E un letto azzurro
due per due
accoglie le mie ossa leggere
come un foulard
dopo una rumba.
 
©gingimbre
 
Singolare la metrica di questa magnifica poesia, accompagna il significato delle parole e dei pensieri: i primi tre versi, in crescendo, (8,10,11) creano un’aspettativa che crolla nella brevità del quarto verso di solo 4 sillabe con i punti di sospensione a intendere e a celare segreti e delusioni (falso). Il ritmo riprende con una decisa affermazione di vita (7 sillabe in cui la parola “evviva” nella sua onomatopeicità è evidenziata dal punto esclamativo) e prosegue, leggero e vivace (5,3 sillabe), trova una maggiore consistenza con il riconoscimento di sé (le mie ossa leggere in un nonario) e di nuovo vola (4,5 sillabe) nella leggera frescura di una stoffa serica dopo il ballo sfrenato di una vita vissuta comunque.
 
 
 
Entro nel letto
 
Entro, nel letto,
come una foglia
perché ora è autunno
se n’è andata l’estate rovente
ne resta solo un ricordo

nell’aria tiepida
già si è mosso l’inverno
arriverà a spogliare
la vita, fragile al vento,
nuda, eppure capace
di altre foglie.

©iry50
 
Versi sciolti quelli di questa stupenda lirica: il ritmo all’inizio breve (5,5 sillabe) esprime il titubante ora, timido avvicinarsi a quel letto che conserva in sé i ricordi di un’estate della vita che è stata rovente; l’approccio è realistico (perché ora è autunno – una spiegazione che afferma un dato di fatto con un respiro più ampio, 7 sillabe) seguito dal motivo più intimo, vero, un endecasillabo, il verso più lungo e più significativo qui, perno di tutta la poesia. La prima strofa termina con un ottonario che corona e completa il significato del verso precedente; poi, senza soluzione di continuità si procede con la seconda e ultima strofa, che inizia in sordina, di nuovo con un verso breve, un senario (nell’aria tiepida), la voce prende forza nel settenario che segue, si mantiene stabile nei due ottonari, ( … fragile al vento), si afferma ugualmente indomita in un bellissimo endecasillabo sciolto (nuda, eppure capace/ di altre foglie) come a dire “ci sono ancora e comunque!”
 
 
 
Lino
 
Lenzuola bianche
di lino
quasi un sudario
a coprire
questa morte
apparente.

Solo ci salvano
i sogni.

©Grizabella1
 
Ritmo che serra la gola quello di queste due piccole strofe in cui si possono riconoscere spezzati, tachicardici, nella prima un ottonario (5/3) un nonario (5/4) e di nuovo un ottonario (4/4) e nella seconda, più breve ma all’apparenza più leggera, solo un nonario troncato in modo che l’ultimo verso che è anche un’unica parola, quella fondamentale cui tendeva tutta la poesia (i sogni) spicchi in assoluta e splendida solitudine.
 
                                                                                          Maila Meini
 

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Analisi e scelta dei testi, di Maila Meini
Editing e grafica  Anna de Vivo
Redazione di Rosso Venexiano
 

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