Ezio Falcomer | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ezio Falcomer


Ford Madox Brown -Romeo and Juliet-
©Paolo Sprega

 

 

 

Pasto ludico

Le unghie miagolano
sulla schiena
detersa di brividi
meravigliata
i morsi odono
l'inebetito sorriso
la gola esplode
colori d'estate
gorgoglii
vorticosi e imploranti
intriganti e giocosi.

 

 

 

L'amore e i girasoli

Dentro te
l'imbroglio
i miei pori subiscono

i vizi e i gigli miei
fascinati dal tuo dono
appassiscono
donando sangue al tuo odore

scandalo di segreto assioma
inizio tossico
di febbre mattana

puttana
giochi tu coi girasoli
miei

tossisco di una voglia vaga
su campi d'amore
entro te
o nel cielo di dei
trafitto da maga

ebbra

nascondi dio fra le tue grandi labbra

 

 

 

 

 

Lunare

&Lunare,
chiedi amore
e scendi lungo un fiume di malinconia
labbra di pesca cantano perenne estate
fragranza di sorrisi caldi, nascosta
sotto timido feroce veleno
sogno i tuoi fianchi...
che ti porterei alla mia bocca
...e traversare il tuo deserto
di oasi lussureggianti.

 

 

 

Scarlatto azzurro

Lancinante sei
come lacrima unta
scivoli su me
mordo polpa scontrosa
ti tengo ti abbranco
in ritmo scarlatto
mi palpiti d'osceno azzurro
di nebulosa impazzita
e vango la zolla
dimentico di dei
malato
ti amo di un amore maliato
di lucide lave
di scosse e lapilli.

 

 

 

Mandarini d'oblio

Prendimi prendimi
raccattami ai bordi di questa strada
ti farò sghignazzare, le narici baciate da un aglio e olio
perché il mistero di averci, di risucchiare il tempo come idrovora
è una cosa incredibile, come una luna incisa su un blu cobalto
i cazzeggi di un amore dove fa male staccarsi
un gioco di resistenze studiate, di rocche espugnate, di rese
mangiare mandarini e sputarci contro i semi
morire di gelosie assurde
logorarci di intarsi di baci, linee impazzite di un al qasar
labirinti dove il piacere inietta l'oblio dell'ora
libertini esclusivi, malati di feroce e dolcissimo possesso.

 

 

 

Possesso

Voglio prendere ti te possesso
come il sole d'estate la zolla
scorpione ipnotico nero
su selce di tempio abbandonato dagli dei
con la forza dell'animale ferito
dei miei colpi inondarti
del caldo di follia delle rocce di deserto
ai sogni delle piste carovaniere
ai profumi dell'erba bagnata
agli ululati del vento della steppa condurti
artigiano d’argilla
sudore di fabbro
impregnarmi
dell'odore arcano dei petali della rosa
che muore in grembo
a un'estasi di terra di tiepido autunno
a voli di rondini in caccia di preda
di arbusti e bacche di nido
di acri succhi e amari.

 

 

 

Tenerezza selvaggia

Tenerezza selvaggia
sconfina in radure d’oblio
a devoto abbandono
a riempirti di me
con lampo d’ebbrezza
ferite leccate d’ascolto
assalto al vuoto tormento
ti spacco e discerpo
a tua gaiezza votato
di estasi e magma pagano
e aumento…
di studi d’amore annusarti
intime cure tradotte
in lingua d’angeli
con diavolo in corpo
gialla furia di spighe
a distesa, tremanti
invasate da un vento.

 

 

 

Shivashakti

Bersi
di fauci

sudore salato
cristallo sulle tue cosce
accarezza velluti d’avorio

straziarsi
a danza di camionabile
su aspra terraglia di pampa
saziarti
su veleno d’australe sterpaglia
toccami
è il fieno che ti respira
su fremiti di fiato mammifero
sforzo parlarsi
scavarti
come terra impastata
è una scossa di fianchi, lurida
straziami, rapace
ti spazio, indiscreto
molli esploro tue cremisi sete
abbranco
stropiccio di nenia indecente
unto di olio o di enigmi stallatici
ti strazio a implorazioni di scrosci
asceso spazio di estasi discese.

 

 

 

Mannara malia

Cosa ti faccio cosa ti faccio
che canta dentro la tua anima
che ulula sulla tua pelle
mi chiedi
è tutta la mia poesia
che allaga le tue vene
è tutto il mio dolore
che germina dal passato
ne insemino le sinfonie di ogni tuo brivido
arranco come un buffone
su tavole schiodate in faccia a bolgia di fiera
suono sistri di follia
mannaro mi racconto al tepore dei tuoi silenzi
è allegria il guadagno
con esso alimenti il mio incanto
è la ribelle e picara
favola di mia vita
che ti brilla come ouverture
lupo ti trascino alla mia tana
mi piace divorarti di insana
malia
freak e marinaia.

  

 

Panismi

Sono ubriaco del tuo odore
nel dolore del tuo non esserci
mordo il mio canto pallido
e spasimo in sogno le tue carni
come gangetico tramonto
selene cananea
io strame d'angeli
dal mio deserto rosso
pastore di ade
risata e urlo di fetida foresta
t'assalgo in vampiriasi
di nenie per zufolo e crotalo
sei il mio centro
ti scuoto mea domina mio giogo
ti rovescio a estatico mistero
di respiri di maglio.

 

 

Calura

Danzarti dentro l'energia del sabba
insisterla
e in psicosi andare
di festoni acanti e vini resinati
guardare a schiere e folate
di nomadi stregoni
bere folaghe e stormi di memorie
orrori e mareggiate, avvinti
a scalmi senza rotta e senza chiese
ti ho chiesta alle porte del valhalla
dove il ruggito degli dei imbeve villaggi
cui presiede la paura
eravamo plebi di sciagura
e legioni combattenti in faccia ai behemot
e paludi di calura
eravamo niente
e al guadagno di vergini celtiche
da vendere ai suk dell'equatore
scialacquavamo blasfemia
e foia pagana
a caccia di avorio ed oro ambrato
meravigliavamo alle porte di timbuctu
piene
di lordure e di geni delle oasi
era un perdere senza frescura
la morte attraversare per uscirne
saturi di favole e di ipnotici sussulti
a dionisiaca rumba
e scura.

 

 


-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autore di Rosso Venexiano  ©ormedelcaos
-Selezione Opere: Ezio Falcomer
-Editing Manuela Verbasi
-Immagine grafica: Paolo Sprega su opera di Ford Madox Brown -Romeo and Juliet-

 

 

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