agosto 2009 | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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agosto 2009


Il Murenaio - Ponza all' epoca dell' imperatore Tiberio - Sergio Maffucci

La piccola nave oneraria ha appena lasciato il porto di Ostia per dirigersi verso l’isola di Ponza.
Heraclides, il gubernator (capitano/timoniere), di origine greca e con una grande esperienza alle spalle, dopo aver impartito gli ordini a Rufinus il pansarius (secondo e nostromo) per raggiungere il mare aperto, sale a prua per valutare lo stato del mare e “fiutare” il vento.
“Il mare è calmo ed il vento, anche se debole, soffia a nostro favore, se tutto procede così arriveremo a Ponza all’ora undecima!”
“Sì è così, Heraclides.” Conferma soddisfatto Rufinus.
“Hai controllato bene la zavorra, Rufinus?” Gli dice con tono di comando, anche se conosce bene le qualità del suo nostromo, ma gli piace ribadire, anche nei compiti abituali, la sua prerogativa di comandante della nave.
“Sì, la zavorra è ben distribuita e salda allo scafo.”
“Bene, bravo!” Gli risponde con sussiego.

Dopo tanti anni di mare e di esperienza anche...

Il tramonto di una vita - Sergio Maffucci

La stanza è ancora illuminata dalla luce del sole che entra dalla finestra affacciata sulla strada.
E’ l’ultima luce del giorno, quella del tramonto, che rischiara un ambiente che deve aver conosciuto tempi migliori.
La stanza è in ordine. Ogni cosa è al suo posto, ma si nota una freddezza impersonale nel suo arredamento. Essa è priva del calore umano che solo la vita di chi la frequenta le può dare. Si avverte che quel triste ordine denota l’assenza di una mano femminile, la sola che può conferire un profumo vitale ad una casa.

Giacomo sta seduto al tavolo, con il viso rivolto verso la finestra e con un bicchiere davanti, in cui ha versato della grappa: l’unica compagna rimastagli a scaldarlo, negli ultimi tre anni.
Tanti ne erano passati da quando Carla, sua moglie, aveva perso la battaglia contro il mostro che, crescendo dentro di lei, l’aveva divorata lentamente, sino ad ucciderla.
Avevano trascorso insieme trentotto anni da...

Elsa Wertman - Sergio Maffucci

(libera elaborazione di un racconto prendendo lo spunto dall’antologia di Spoon River)


Il mio nome è Elsa.

Sono tedesca. Una contadina tedesca che all’età di sedici anni, attraversò l’oceano per venire in America, il paese del futuro e delle opportunità per tutti.

In Germania, lavoravo in campagna insieme alla mia famiglia.  Ero, quindi, già pratica dei lavori agricoli ed esperta nell’accudire gli animali.

Grazie alla comunità dei connazionali, già emigrati negli stati uniti, trovai lavoro in questa cittadina, nella fattoria di Thomas Green, agiato possidente, sposato e senza figli.

I primi mesi trascorsero lietamente: facevo un lavoro che conoscevo, i miei padroni erano gentili e premurosi. Da parte mia, ricambiavo lavorando sodo, con la massima discrezione, come si confaceva al  mio ruolo.

Non ero...

L'Ispirazione - Sergio Maffucci

C’è un luogo reale ma privo di consistenza fisica, denominato: La dimensione del Pensiero.

Questo luogo è prediletto da coloro che hanno scelto, fra le altre cose, di dare maggiore importanza ed il giusto valore alla manifestazione scritta delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, nell’encomiabile intento di far partecipi tutti gli altri della ricchezza spirituale e morale, che promana dai loro intelletti.
Non sempre ci riescono appieno, ma il solo fatto di tentare pervicacemente quest’illuminata strada, li rende degni d’apprezzamento e di riconoscenza.
In quest’entità, senza spazio e senza tempo per definizione, mi aggiro alla ricerca della mia strada “letteraria”.
Questa dimensione, dove soffia costante e dolce il vento della Poesia, dove l’unica pioggia è quella delle Idee e l’unica “realtà” è quella del Sogno, è percorsa da una moltitudine di persone che, come me, cercano di prendere il vento, desiderano di bagnarsi con la...

Una sera a Venezia tra realtà e sogno - Sergio Maffucci

Una folla strabocchevole ha appena assistito al volo della Colombina ed al corteo storico, momenti, questi, che aprono ufficialmente il periodo carnevalesco a Venezia.

Ora, gradatamente e confusamente, la gente sta lasciando piazzetta S. Marco confondendosi con coloro che non sono riusciti ad arrivare sotto il campanile ed hanno seguito, in posizione meno favorevole, la discesa della “Colombina” dalla sua sommità fino alla loggetta di Palazzo Ducale, dove è in sua attesa il “Doge”, pro tempore, della festa.

Si è rinnovato, così, in chiave più moderna e spettacolare l’antico rito propiziatorio del volo della colomba, che era costituito da un grande involucro a forma di colomba, pieno di coriandoli che veniva fatto “volare” dal campanile alla torre dell’orologio. Appena giunto a destinazione la “colomba” si rompeva e tutti i coriandoli si spandevano per piazza S. Marco. Il modo con cui essi volavano era oggetto di pronostico per l’andamento...

La sirena - Sergio Maffucci

Il viaggio in aliscafo da Napoli non è stato lungo. Arriviamo in vista dell’arcipelago delle Eolie in circa quattro ore. Non avevamo considerato, però, che Vulcano, essendo l’ultima tappa, avrebbe richiesto altre due ore, a causa dei tempi d’attracco e d’ormeggio alle isole di Stromboli, Panarea, Salina e Lipari.

Arriviamo che è quasi il tramonto, accolti da un’aria particolarmente calda e da una natura che fiammeggia agli ultimi raggi del sole. Non può che essere così, visto che stiamo con i piedi sopra un vulcano!

Vicino al porticciolo c’è uno specchio d’acqua che ribolle per le fumarole che dal vulcano scendono fin sotto la superficie del mare. Pochi metri dietro, sulla terra, c’è una grossa pozza d’acqua fangosa, calda anch’essa, dove numerose persone, nonostante l’ora vespertina, vi si crogiolano ancora dentro, ricoprendosi tutto il corpo di fango, come i dannati del girone dantesco dei golosi, senza i diavoli, però.

...

I racconti di Sergio Maffucci [Sermaf]

Raccolta delle opere in prosa di Sergio Maffucci, Sermaf su splinder.

Deposizioni : I - II - III parte - ThrasHAleXiS

I parte

Nulla, nulla provavo in quel momento.
Ero seduto su quella sedia, in quella stanza buia e umida illuminata soltanto dal piccolo lampione che fragile e timido diffondeva la sua luce sulla strada. Il mio sguardo era perso nel vuoto e dentro nessun pensiero osava disturbare quella quiete fittizia che nascondeva turbinii di sentimenti folli e contrastanti. Sentii freddo, ma non mi alzai. Rimasi con le braccia appoggiate sulle ginocchia e le dita delle mani incrociate, come fossi una statua di marmo. Imperturbabile era il mio sguardo così come il mio cuore, non osavo guardare dentro me stesso per paura di rivedere immagini che in un impeto di furore furono azioni. Forse desideravo soltanto che il mio corpo divenisse nulla, come ciò che albergava il mio petto e la mia testa. Sparire. L'unico desiderio espresso da un uomo afflitto da colpe troppo grandi per essere cancellate.
Mi alzai. Il mio viso e le mie mani erano sudice, ma nel...

La Quercia Antica - ThrasHAleXiS

Un giorno un contadino, arando il suo campo, vide in lontananza una grande quercia.
La sua imponenza lo colpì, i suoi poveri occhi anziani erano abituati a vedere solo dei piccoli arbusti, mai avrebbe immaginato di trovare innanzi al suo cammino un albero così grande e dalle fronde così folte e vive.
Incuriosito, si diresse verso la grande macchia di ombra che la chioma color giada proiettava tutt'intorno al fusto e, stanco del lavoro di un giorno, si sedette accanto ad alcune radici sporgenti e si addormentò. Dopo qualche istante udì una voce che pareva essere proferita dal vento, una piccola e fioca voce che avanzava rendendosi sempre più chiara e limpida; quando la sentì abbastanza vicina, capì che proveniva dalla quercia sulla quale egli si era appoggiato e si scostò con reverenziale rispetto. Sbigottito, rimase a osservarne il tronco, finché la voce tornò a parlargli:
"Salve laborioso contadino" - disse - "Io ti conosco e ti osservo sin da...

Sognando la realtà tra giochi di nuvole - ThrasHAleXiS

Osservando il cielo e l'incessante cammino delle nuvole, scorsi forme maestose e terribili ad adombrar la Terra.

Possenti draghi dai corpi squamosi, tinti di bianco e d'argento, scivolavano sulla volta celeste godendo placidamente delle carezze del vento.
I baffi, sinuosi e leggeri, svanivano tra i flutti come piccole onde di un lago, mentre le grandi bocche dentate si socchiudevano appena per compiere grandi e profondi respiri, dando origine a tiepide e soavi brezze.
Le loro membra ondeggiavano oziosamente sotto i raggi lievi dell'assonnato sole del pomeriggio e sembravano non aver peso quelle maestose e mitiche creature. Nessun timore incuteva il loro viso, ma solo immenso e reverenziale rispetto. Inducevano al silenzio, alla contemplazione di quella Natura primordiale dimenticata troppo spesso tra le pieghe della frenesia quotidiana ed io mi sentivo infinitamente piccola ed indifesa al loro cospetto. Mi lasciai penetrate le membra da...

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