Agota Kristof, “Trilogia della città di K.” - recensione di Rosa Maria Cantatore
Agota Kristof, “Trilogia della città di K.”
Ecco un libro da leggere assolutamente, benché non freschissimo di stampa...
Io l’ho letto quasi per caso: l’ho comprato a prezzo stracciato in un mercatino dell’usato e...messo da parte.
Ne avevo già sentito parlare come di un capolavoro ma ho cominciato a scorrerne le pagine così, quasi per dovere, dal momento che oramai l’avevo acquistato: non sono riuscita più a staccarmene, catturata dalla storia e dallo stile straordinario dell’autrice, piano- apparentemente- e scorrevole, senza una sola sbavatura, senza compiacimenti, asciuttissimo.
Diviso in tre parti, come si può intuire dal titolo, “Trilogia della città di K.” è un romanzo cupo e gelido: il buio e il freddo sembrano incombere sugli uomini e sulle cose, persino nel pieno dell’estate. Di ghiaccio sembra essere fatto...
Ecco un libro da leggere assolutamente, benché non freschissimo di stampa...
Io l’ho letto quasi per caso: l’ho comprato a prezzo stracciato in un mercatino dell’usato e...messo da parte.
Ne avevo già sentito parlare come di un capolavoro ma ho cominciato a scorrerne le pagine così, quasi per dovere, dal momento che oramai l’avevo acquistato: non sono riuscita più a staccarmene, catturata dalla storia e dallo stile straordinario dell’autrice, piano- apparentemente- e scorrevole, senza una sola sbavatura, senza compiacimenti, asciuttissimo.
Diviso in tre parti, come si può intuire dal titolo, “Trilogia della città di K.” è un romanzo cupo e gelido: il buio e il freddo sembrano incombere sugli uomini e sulle cose, persino nel pieno dell’estate. Di ghiaccio sembra essere fatto...