Marguerite Yourcenar - L’opera al nero (1968) | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Sfoglia le Pagine

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Marguerite Yourcenar - L’opera al nero (1968)

Non è facile decidere di leggere Marguerite Yourcenar. Ma se per alcune sue opere, come ad esempio “Memorie di Adriano”, una volta lette le prime due pagine non si riesce più a togliere gli occhi dal libro, per “L’opera al nero” la cosa risulta un po’ diversa.

Certamente l’impatto iniziale –vuoi per il linguaggio che non è esattamente attuale e scorrevole quanto piuttosto ricercato e forbito, denso di significati e significanti, di riferimenti storici e culturali non certo alla portata di tutti; vuoi per il contesto storico nel quale viene collocata la vicenda del protagonista- non è semplicissimo.

Ma se non ci si scoraggia alla lentezza che necessariamente la fa da padrona nelle prime pagine e ci si lascia avvolgere dalle atmosfere evocate, dal fascino enigmatico e dannato di Zenone (il protagonista) piano piano ci si abitua allo stile narrativo impeccabile della Youcenar e si entra nel fantastico universo de “L’opera al nero”.

Addentrandosi tra le pagine, vivendo negli anni con Zenone, viaggiando con lui, scappando, nascondendosi, sperimentando e osando ci si ritrova avvinti, letteralmente conquistati. La Yourcenar dimostra, con questa sua produzione del 1968, di essere oltre che una grande scrittrice anche una storica, una ricercatrice. Una donna innamorata della cultura oltre che della parola. “L’opera al nero”, il cui titolo si riferisce all’universo delle scienze naturali e in particolare all’alchimia, è la storia di una vita e di un percorso di crescita e di conoscenza verso cui tendere per raggiungere l’affrancamento dalle limitazioni della mente indotte dal pregiudizio, dall’ignoranza. Zenone è un personaggio molto ben caratterizzato che si evolve e matura con il passare degli anni, e se dapprima per certi versi potrebbe risultare a tratti eccessivo, alla fine del libro e della sua vita lo si rimpiange, lo si ammira per ciò che ha vissuto, fatto… per come è riuscito ad essere quello che alla fine è.

Un libro da leggere assolutamente, soprattutto se già si ha avuto modo di apprezzare la Yourcenar con altre sue opere, ma anche se si vuole provare a cimentarsi con qualcosa che non sarà forse leggero, ma che una volta letto non può farci non esclamare: -Ma che bello…!-

 

Federica Venanzi

 

 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 1 utente e 7197 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Marina Oddone