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Alda Merini

 Una sua citazione ricorrente, davanti ad un caffè, lungo i suoi adorati Navigli milanesi, molti anni fa:
 "La verità è sempre quella, la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa. Ma l’amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia. Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria". I suoi testi, belli come l' aurora, o sconvolgenti come un tramonto infinito e morente, costellato di  lunghissime ombre tremolanti presenti nei suoi testi intensi e drammatici pieni di riferimenti alla malattia mentale che la accompagnò per lunghi periodi. «Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare di colore. Mi piace cambiare di misura». Era questa l’anima della sua opera dolorosa, segnata dall’esperienza della follia e del disagio fisico ed economico «Sono molto irrequieta quando mi legano allo spazio», diceva nei suoi componimenti  e la sua instabilità si traduceva in versi ad altissima intensità emotiva, spesso erotica, sin a partire dai primi componimenti, semplici, lineari, di pochi versi.
Originale, estrosa, fuori dalle regole. "Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare colore. Mi piace cambiare di misura" aveva scelto questi versi per definirsi "la poetessa degli esclusi". Visionaria, inquieta, profonda ha cantato il disagio dell' emarginato, dell' offeso, dell' indifeso.
Ha cantato gli esclusi e ha vissuto sulla sua pelle una delle peggiori forme di esclusione: Il buio dentro.
Un mio componimento dopo quel caffè:

Silenzio.
non era niente,
solo il silenzio
che sussurrava,
era silenzio.
Non esiste niente
non c’è nessuno,
solo la voce fastidiosa
del silenzio.
Non esiste,
è solo un gioco.
Finzione.
Ma ho freddo...
è solo il respiro
del niente.
non c’è nessuno,
non esiste ciò che sento
fantasia, solo fantasia,
perché non c’è nessuno
solo gli scherzi
del silenzio.
Fantasia, si, fantasia...
Follia o Fantasia?
Pazzia, folle pazzia.
O forse solo paura.

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