Grandine di fuoco cade violenta;
scandisce eterni istanti di irrequieto equilibrio
che mi immobilizza nel fulcro esatto
della furia dei tuoi occhi.
Un’indolenza mi avvicina lenta;
dalle caviglie risale come un sospiro
sussurrato a fior di pelle
e nella mente si apre come una maliziosa idea.
Emani un odore selvatico
che come un ipnotico veleno mi inebria
e avvia il cuore ad un irrefrenabile ritmo tribale.
Sfioro con gli occhi
le labbra che non erano mai state così vicine
e le assaporo col solo desiderio.
Brucia di piacere la pelle
che il tuo braccio cinge saldamente
e freme nel toccarti incredula, finalmente.
Tutti i sensi accentrati su un solo viso
che i miei occhi hanno già disegnato ovunque
mentre annaspo, manca il respiro in gola,
e la sensazione di precipitare nel vuoto
mi costringe a sollevarmi di colpo e riaprire gli occhi
fra le umide lenzuola della mia solitudine.
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