Scritto da © Alexis - Gio, 02/06/2011 - 22:35
Navigare fra le pennellate delle notti di Van Gogh
è come perdersi fra i flutti di un mare
del quale si ignora la reale natura.
Ogni pigmento è anima densa,
traboccante di una vita spesso inibita
dalla cruda realtà della psiche.
Ogni gemito di colore
è urlo esasperato di colui
è come perdersi fra i flutti di un mare
del quale si ignora la reale natura.
Ogni pigmento è anima densa,
traboccante di una vita spesso inibita
dalla cruda realtà della psiche.
Ogni gemito di colore
è urlo esasperato di colui
che necessita di estremi
per dirsi vivo.
Eppure, in certe di queste notti
è quiete che si respira.
Un profondo soffio vitale
che accarezza le forme accennate,
i rilievi del terreno e dei campi,
e di quei volti, mutilati o integri che siano.
Mai, allora, considerare soltanto un aspetto
di quelle sere vestite di stelle ardenti di fuoco.
Mai condannare un'anima alla totale sofferenza
dimenticandosi, così, dei raggi di luce che hanno potuto attraversarla.
per dirsi vivo.
Eppure, in certe di queste notti
è quiete che si respira.
Un profondo soffio vitale
che accarezza le forme accennate,
i rilievi del terreno e dei campi,
e di quei volti, mutilati o integri che siano.
Mai, allora, considerare soltanto un aspetto
di quelle sere vestite di stelle ardenti di fuoco.
Mai condannare un'anima alla totale sofferenza
dimenticandosi, così, dei raggi di luce che hanno potuto attraversarla.
Alexis [A.H.V.]
02.05.2011
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