Non sogna forse la vostra casa? | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Non sogna forse la vostra casa?

 

 

"Allora si fece avanti un muratore e disse:
Parlaci della Casa.
E lui rispose dicendo:
Costruite con l'immaginazione una capanna nel deserto,
prima di costruire una casa entro le mura della città:
poiché come voi rincasate al crepuscolo,
altrettanto fa il nomade che è in voi, sempre esule e solo.
La casa è il vostro corpo più vasto.
Essa si espande nel sole e dorme nella quiete della notte,
e non è senza sogni.
Non sogna forse la vostra casa?
E sognando non abbandona la città per il bosco o la sommità della collina? [...] "
Kahlil Gibran - "Sulla casa"
 
Non sogna forse la vostra casa?

 

Un fiore indaco

Sogna
il suo profilo d'oro
la mia casa
persa nel blu del suo cielo
nelle stelle che le tagliano l'anima

si libra
in notti adunche
crisalide e farfalla
sulle ombre dei muri
in battiti lenti
sincopata di nostalgia

vola
sulle onde di un uggioso autunno
vanesia
il cuore di pietra
un fiore indaco tra le crepe dei suoi muri

cerca il colore nel grigio
rossa di luci soffuse
mutevole di marea
accanto a una sedia vuota

e solo un brusio d'amore
brilla freddo
antico e stanco.

Nascosto tra le spine.

©neraorchidea

 

Sogna?

Fra colori e disegni
sogna la mia casa intrisa dal tempo.

Immensa Amica
o
Insopportabile Nemica.

Unico posto di plasmata materia
che non perde ricordi.

Per me: cela o rivela sentimento.

Attende sempre un ritorno
Amante fedele.

Riparo dall’illusione
abbraccio sicuro.

Per amore sogna la mia felicità.
E
Se fuori piove. Lei sarà
sempre il mio appassionato
mondo.

©orofiorentino

 

Casa...

Casa,
tu che non sai sognare,
dalle mura squallide e opprimenti,
lascia che io apra la tua porta,
non mi volterò indietro,
ne ho avuto il terrore da sempre,
ma ora,
ti attraverserò senza rimpianti,
ne vedo la luce,
è tempo di andare o morire…
©Emy Coratti

 

Non conosco il calore del focolare

Non conosco il calore del focolare.
Ignoro quel familiare luogo
sempre pronto ad abbracciare
il corpo che cerca riposo.
quella prigione priva d'amore
che chiamano "casa".
Il desiderio di pace,
unico bagaglio
d'un infinito viaggio.
Ho attraversato deserti,
dove la mia immaginazione
ha trovato l'ispirazione.
Dormito su spiagge eterne,
lo sguardo sul mare
dove i sogni lasciavo navigare...
Scavalcando monti erti,
ho abbandonato pezzi del mio cuore,
ormai per sempre persi.
Ho visto mondi
al di là del reale,
non li potete nemmeno sognare!
Ho superato confini
di cui ignoravo
l'esistenza...
Ma è incompiuta la ricerca
d' un luogo su cui imprimere
per sempre la mia essenza.
Il cammino privo di meta
in ogni dove mi ha condotto,
e in nessun posto.
Ho lasciato il bagaglio
dove più non potrò cercarlo.
Mai potrò trovare
un luogo caldo dove invecchiare...
Infine, ho capito:
quel sogno è sempre stato
un desio vano!
La Terra è la mia casa.
Il sole il camino
che scalda il corpo gelido,
se è insopportabile l'inverno.
L'aria, il cibo
- così puro e vivo -
di cui l'animo alimento.
Il cielo, il soffitto
che dolcemente guardo,
mentre m'addormento.
Una casa non basterebbe
a contenere il mio lamento!
Di gelide mura
più non necessito.
©Eleonora Grana

 

La mia casa

La mia casa non ha mura, non ha porte, non possiede finestre.
La mia casa non ha luoghi, non ha città, non ha nazioni.
La mia casa non ha nome e non ha via,
non ha lingua e non ha religione.
La mia casa non ha tempo, ma ha una storia,
conoscere le ere, ma non possiede meridiane.
La mia casa è il mondo che respira in ogni istante,
è negli occhi di un gatto che gioca sul tetto,
è nel volo di un rapace, nel ruggito di una tigre.
La mia casa è tra le foglie e nei fondali degli oceani,
è il sole del mattino e la luna della sera.
E io la sento, la vedo e la vivo la mia casa,
ogni volta che mi sveglio
avvolta nel tuo caldo abbraccio.
©ThrasHAleXiS

 

Cose Così [Fuori tema]

Un lento andare via, un ingrigire del pensiero che piano si scolla dal poco di te. Nessun senso acceso, in questo dormiveglia d'assolo che mi sprofonda nel cuscino. Canta la notte la malinconia delle candele spente, e sibila a fior di pelle fra scirocco e primavera il tuo riflesso inconsistente. Buttami via come stecco di cremino disegnato di cioccolato e panna che non è più. [Non ti penso da un'ora]. Sono uno strato sottile di vinavil come pelle da staccare dal palmo. [Non ho altro fra le mani che il vuoto e la sua eco]. Ora è già mattina. Tu dove sei mentre mi grandina la vita? Non in queste mura mai di alberi e di bosco. Non a riempirmi l'alito di te e di caffè. Non qui, mentre accendo una sigaretta, accavallo le gambe e mi carezzo un ginocchio.
©Manuela Verbasi

 

La casa

Sono certezze, impresse nelle pareti ,dove obbedienti impugnano uno scoscio inesausto di luce. Arte nutrita dalle pietre e delle spine della vita mescolati dalla forza pura dei pensieri dell’uomo. Dallo sguardo pacato si chiude come un libro nascondendo oscuri misteri e saggezza in guglie di giorni e di ore. Ora sdraiata nel divano timorosa di troppe carezze, i ricordi ondeggiano lievi, quando esule, dormivo tra l’erba tosata appena, accanto al ruscello che mi cantava nei travagli del silenzio, mentre una foglia vibrava nell’orizzonte, lì, a tracciare frange.
©iry50

 

Prima del prima

Il ventre di questa sirena
è il luogo dove vivo,
la corrente dei suoi pensieri
culla il mio sogno
assiste al mio lento mutare.
Ella crea per me
melodiosi canti
e carezzevoli poesie.
Questa Venere
celata al mio sguardo
mi narra del futuro,
racconta di luoghi impensabili
fuori dal mio bozzolo
caldo e morbido
come roseo velluto.
Navigo nelle riflessioni
di questa donna,
non voglio andarmene,
non voglio uscirne.
Questa è la mia casa.
©EsserLibera

 

 
 
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Redazione
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Supervisione di Paolo Rafficoni
-Segreteria: Eddy Braune
-Autori di Rosso Venexiano
-Grafica di Alexis e Manuela
-Editing Emy Coratti
trentunomarzoduemilanove
 

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