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così lontano

Da un morto di nebbia
 
E gli alveari stipati nelle città sempre più pieni di niente
come api stanno alle finestre dentro le metropoli
morti di nebbia agli occhi
assonnati di realtà e fantasia
portoni, facciate grigio smog, come facce chiuse
o bocche paralizzate
come fiori del male, rattrappiti ad aspettare il sole.
Se si potesse remar via la nebbia
se si potesse vedere - sentire - sfiorare - il tepore della luce
ogni stelo, la più piccola immensa espressione di verde universale
intonerebbe un canto di libertà.

 

Cosa avete Signora Società, sembrate sofferente ?
Il mio male sociale è un'ulcera allo stomaco
un quasi mal di denti che parte dal trigemino e s'espande fino ai reni.
 
 
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Jarno and Livia, friends

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