Scritto da © maria teresa morry - Sab, 28/07/2012 - 09:16
La poesia contemporanea suscita spesso commenti e giudizi contrastanti; il punto è capire per quali strade essa evolve, soprattutto se proveniente da Paesi di cultura diversa dalla nostra. Simic, nel suo linguaggio essenziale, ma non piatto, sa essere nostalgico e "sgradevole", con un occhio al surrealismo stemperato al modo di leggere la realtà fattuale, tipico americano. Ripropongo queste altre sue due opere, se qualcuno gradisse esprimere il proprio commento.
VENERE AL BAGNO CON SCARAFAGGI
Ignota dea dei bassifondi
dove stasera passeggiavo
lungo schiere e schiere di edifici uguali,
con le finestre spente o accese,
velate da tende di chintz,
tranne una alla quale cenava un pelato
con il naso nel piatto,
mentre il suo gatto bianco mi guardava passare.
Migliaia d'altri invisibili,
come lei che aspetta che la vasca si colmi d'acqua calda,
già nuda
davantiad uno specchio che s'appanna.
Immaginazione, attendente del demonio,
me ne mostrò le mammelle mentre passavo svelto
con la testa affondata nel bavero,
perchè il vento mi aveva gelato fino all'osso.
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PICCOLO BANCHETTO
Nudi a tavola
faccia a faccia,
mangiamo seppie alla griglia
con le mani.
Lei si lecca l'olio d'oliva
e l'aglio
dalle lunghe dita
una a una.
Mangia un po' di pane, dico.
Lei di rimando ride,
un lembo di peperoncino rosso
sulla punta della lingua.
°°°°°°°°
NEGOZIO DI VESTITI USATI
Un bell'assortimento di vite passate
per frugarci dentro cercando
quella che vi va bene
pulita e stirata di fresco,
ma con il colletto consunto.
Un manichino vestito di nero
sta sulla porta per servirvi.
I suoi occhi non vi mollano.
I bassi sembrano disegnati
con la punta di un sigaro spento.
Torri di calzoni oscillano ,
mentre vi voltate per fuggire,
e i cappelli dei morti rotolano
per terra, corrono
per scortarvi alla porta.
(Charles Simic)
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