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Acqua

  (post segnalato dalla redazione)

 

Parlati, ascoltati... a cosa pensi quando la malinconia ti assale?...

...

penso a vecchie cose, vecchie situazioni.

Ecco, vedi? Sono quelli i tuoi fantasmi, quelle chimere di ricordi che sbuffano nel cuore, e lanciano polvere, solo polvere. E tu non sei così da buttare. Non buttarti, non perderti. Sei un bijoux, tesoro. Lo sei davvero. Amati, amati più che puoi, all'infinito... vola leggera col corpo e con la mente, poi col cuore. Tieniti leggera, soffusa, quasi estatica, al di sopra delle cose, degli eventi, ma imprimi bene dentro il tuo valore. Quel principio da volto sfumato è l'amore. L'amore più puro che rivolgi a te stessa, quando ti pensi...  pensa a te, a combattere per te, e le tue cause possibili, e le tue conquiste più tangibili. Non voltarti, ma rema, spingiti lontano dalle ombre che graffiano.

Ogni volta la stessa storia, ogni volta le stesse paure, gli stessi rimpianti, e paure, paure e rimpianti, una volta ciascuno, a perderti il cuore. Non mangiarti i ricordi, ma accarezzali, si lasciano accarezzare, non turbarli, non scuoterli, altrimenti è tanta la coda che lasciano. Potresti inciampare di nuovo in quei pensieri bui, bui e grigi dell'incoscienza, e della tristezza, della repressione più malvagia. Il male, la debolezza, la circoncisione della certezza, vaghezza di te nel riprenderti.

Vedi quanto sei brava quando ti affatichi, magari trascinandoti, con la mano che cede, con le gambe che si addormentano al passo sull'asfalto, e ti scende in cuore un'altra piuma: quella del coraggio, e della pervicacia. Sai, lo sei ..sei tanto pervicace, ma vuoi sempre convincerti che non lo sei. Perché? ...

... pensi di diventare peggiore se pensi che sei meglio di quello che eri? Pensi che sia un peccato pensare bene di te, delle tue scelte, delle tue omissioni, dei tuoi scostamenti, dei tuoi silenzi? No, vedrai che la vita è un facile specchio, un tornasole impeccabile. Dagli il tuo colore, e quello poi ti viene davanti, ti scarta le altre sfumature. A te piace il blu, tanto ...sono vecchi ricordi anche questi. Ti ricordi che ti piaceva quasi più per il fatto che fosse quello preferito di un'amica? Bè, anche se è stata all'inizio la scelta di un altro, ora è tuo. L'hai portato dentro, perché fosse quel colore è quello che meglio ti veste, e in effetti ..pensa alla meraviglia del blu che tinge il cielo, e del blu che tinge sotto, il mare ...pensavi che il mare non ti piacesse? Non è vero, ma è vero che ti piace, perché ora andresti anche a piedi a trovarlo, ad annusarlo, a sentirlo dentro insieme alla pienezza delle sue onde remiganti. Ti cullano come i sorrisi, o come la luce quando lambisce gli occhi, e ricopre di tessuti ovattati i sensi. Il mare placa, sembra perdonarti tutto. Anche il fatto di respirarlo, perché non tutto in natura si consuma, e l'unica cosa che non può consumare sono i tuoi sensi, come il senso che parte da te e che rivolgi a te quando guardi la bellezza che più ti somiglia. quella bellezza blu, ti somiglia. Fluida, come l'acqua ti scorre dentro, e se ci pensi... fluidi sono i percorsi del tuo cuore, quando ascolta, e fluido è il crescere di un bimbo che segue le tracce di altri, senza pesantezze nel corpo. Sono labili gli umori, scappano invasi da quei pensieri tristi. Non sopportano di essere violentati, allora tu non farlo, perchè non serve violenza nell'affrontare le nuove stanze. Si accomodano dinanzi come tappeti. Tu li chiami con altra voce, e loro rispondono. Ti ricoprono di tutto, quel tanto che ti basta per capire...

... ora capisci cosa voglio dire? Che la vita perdona, e tu devi fare lo stesso con te per ricompensare lei del suo operato. Prendi il tempo come dono per riscopririti nuova, felice, profumata di rose... e prenditi calma, tranquillità per rimediare ai vuoti. Non puoi riempire una conca con il  vezzo di un ombrellaio. Tu devi farlo dolcemente, lasciando al liquido quel giusto tempo per riempire gli spazi. Spazio e tempo sono linee proporzionali, e proporzionate. Non ci è dato prenderne a mazzi, ma solo con la giusta misura. Quanto è bello prendere un fiore, a mazzi, quel mazzo che passa mano per mano. Come l'acqua, che prende percorsi di altri, ma poi torna alla sua origine. Quella origine è l'amore da cui sei nata, e per il quale vivi. Quell'amore è l'origine, l'origine di tutto. Torna a te stessa, a trovarti. Bussa all'angolo del cuore, e fatti aprire dall'amore... a voce bassa urlagli. Urla che lo senti, e che lo vuoi, e che lo desideri, più di ogni altra cosa, ma quello di un altro deve attingere da quello tuo. Parte da te quella conca amorevole, e ce l'hai se sei serena, felice, e beata, protetta dai fiori nuovi di quella nascita improvvisa. Nasci ancora.

Sì, io penso sia questo che importi. Che tutto vada come deve andare, senza preavvisi, e senza troppe preoccupazioni. Merito di vivere, e di vivermi fino in fondo, per poi risalire, e toccare di nuovo un'altra me. Per far muovere finalmente quel treno in viaggio su acque piene.

Rivolgimi quando senti

almeno il gesto di una carezza.

 

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