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I primi passi di Cosmo Oliva

 
Ora si trattava di avere una visione esatta del mondo e delle persone con cui venivo a contatto. Per quanto riguarda il mondo, devo dire che era ben ristretto, trattandosi di una casa a piano terra, con una stanza grande, una per la cucina, ed uno stanzone dove c’era la stalla per l’asino ed un buco, che serviva per andarvi a fare qualche bisogno. L’acqua neanche a sognarla e la luce, c’era, sì, ma spesso la lampadina si fulminava e comprarne un’altra non ci si pensava. Si risolveva l’inconveniente in due modi: o accendendo una lucerna di ottone ad olio, e l’olio in casa non mancava mai, perché si faceva la provvista nella stagione autunnale ed invernale, oppure si andava dallo zio sarto che sapeva accomodare le lampadine. Con una pazienza certosina girava e rigirava la lampadina fino a quando i filamenti di tungsteno non si appiccicassero l’uno all’altro ristabilendo il corto circuito per l’incandescenza.
Una volta accomodata la lampadina la raccomandazione dello zio era che la si portasse a casa come una statua in processione, senza scuoterla, metterla sottosopra o cambiarne la posizione.
La fase più delicata era quando bisognava avvitare la lampadina al porta lampada, momento in cui immancabilmente il filo di tungsteno si staccava e bisognava rifare l’operazione dell’agganciamento. Col passare del tempo qualcuno in famiglia aveva anche imparato la mossa magica e quasi sempre si risolveva il problema.
Di tanto in tanto passava un controllore della ditta che forniva l’energia elettrica, ed in quel tempo non c’era l’ENEL, ma un privato di Cassano, un Certo Toscano. L’energia elettrica si erogava a forfeit e non esisteva contatore. L’addetto voleva vedere e controllare i watt della lampadina che, se avessero superato i 40, faceva scattare una multa e non c’erano santi: staccava la corrente che si poteva riavere dopo aver pagato la multa. Era così, si subivano questi ed altre ingiustizie piccole e grandi che rendevano la vita più difficoltosa di quella che era. E nel periodo intermedio di oscurità la sera si accendeva la lucerna ad olio, che non mancava mai, perché al momento di raccogliere le drupe degli olivi tutti si davano da fare nelle giornate corte di novembre e dicembre, e qualche volta anche gennaio, quando c’era la carica, generalmente ogni due anni, dopo l’anno della potatura.
 
 
 
 
Cosmo Oliva 
23 Maggio 2013
 

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