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Renzi e la fiducia sull’Italicum.

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Chi non ricorda la famosa pubblicità? Un elenco di cose che era possibile comprare con la carta, e poi l’esempio di qualcosa che non ha prezzo.
Beh, lo spettacolo offerto da Renzi, ieri, a Montecitorio, non ha prezzo. Per essere più precisi, lo spettacolo offerto da mezzo parlamento, sotto la magistrale regia del nostro presidente del consiglio. Vedere così imbufalite le stesse facce che fanno imbufalire noi, quando in TV rilasciano dichiarazioni così sfacciatamente ipocrite e indisponenti, e votano leggi sempre più dissanguanti per la gente e sempre più tutelanti per la casta, le stesse persone che non rinunciavano ad un centesimo del loro stipendio mentre a tutta Italia venivano imposti sacrifici rovinosi, non ha prezzo.
Non voglio stare qui a tessere le lodi del premier, anche se devo confessare che, un po’, quel tipo mi piace. Lo dico con un leggero senso di colpa e di vergogna, pensando che, una ventina d’anni fa, avevo commesso questa leggerezza anche con il mitico cavaliere. È durata poco, ma l’illusione c’è stata, devo confessarlo. Ed anche allora, in fondo, la mia speranza era generata da un personaggio che sembrava rompere con la marcia e corrotta classe politica di allora…
… ehm, ho detto… “di allora”?
Renzi mi piace. Mi piacciono le cose che dice, magari un po’ meno le cose che fa, ma sicuramente è un personaggio di rottura con la classica figura imperante nel nostro panorama politico. Probabilmente, dovrò presto pentirmi di questa affermazione. Certamente, provocherò subito l’ilarità di tanta gente più illuminata di me. Ma che volete, sono un sognatore, e mi faccio abbindolare facilmente.
Ma lasciamo perdere i discorsi a lunga scadenza, e torniamo a bomba.
Uno spettacolo stupendo, dicevo. Un mirabile quanto vergognoso profluvio di stupida retorica, generosamente impreziosito da minacce e insulti volgari che avrebbero fatto arrossire uno scaricatore di porto (e chiedo scusa agli scaricatori di porto, ma il detto recita così), con annessa sceneggiata di lancio di crisantemi. Straordinario esempio di decoro e dignità, e di rispetto per il luogo che tutti si affannavano a difendere.
A proposito dei crisantemi... spero siano stati acquistati con soldi dei manifestanti, e non dei contribuenti. Certo, non sarebbe il primo, né l'ultimo degli sprechi a nostre spese, né il più consistente, ma in questo momento sto solo dichiarando un principio.
Morte della democrazia. Accidenti, se ne accorgono solo ora? Perché il governo mette ai voti una scelta, e decide di tornarsene a casa se questa non viene approvata? A me pare che episodi di violenza, nella nostra storia recente e meno recente, ai danni di tale glorificata democrazia, non ne siano mancati. E molto più efferati di questo.
Il commento di Brunetta, poi, ha dell'esilarante... almeno per chi ama lo humour nero. Accalorarsi in quel modo per il “fascismo” di uno che mette la fiducia su una legge già votata dal suo (di Brunetta, intendo) partito al senato, da uno al quale non mi risulta sia sgradito un altro tipo di fascismo, che aveva portato a morte e supplizio milioni di innocenti, farebbe ridere, se non piangere e vomitare dal disgusto. Ma a parte questo... quante volte quel partito ha invocato le dimissioni di questo governo? Per episodi, scelte, incidenti forse anche meno gravi di questo? Ora che il governo dice: o accettate quello che propongo, o mi arrendo e me ne torno a casa... questo lo chiamiamo fascismo? Strano, a me quella parola evoca ben altri scenari.
Non vale nemmeno la pena di parlare della opposizione in casa Dem. Squallidi personaggi che negli ultimi vent'anni hanno sancito la vittoria di Berlusconi con la loro incapacità di offrire un'alternativa credibile (e ce ne voleva, a risultare meno credibili di Berlusconi!), attaccati ad un ruolo che grazie al cielo (e a Renzi) finalmente pare non abbiano più, che danno un'esemplare interpretazione della parola “democrazia”, pretendendo che debba essere la minoranza a dettar legge sulle decisioni votate dalla maggioranza del partito di cui fanno parte. In bilico fra il penoso e l'indisponente. Se l'avvento di Renzi sarà servito almeno a far scomparire questi individui dalla scena politica italiana... beh, non tutto sarà perduto.
Ma poi, in fin dei conti, dov'è il problema? Mettere la fiducia su un provvedimento significa semplicemente che se tale provvedimento non è condiviso dalla maggioranza del parlamento il governo va a casa. Com'è giusto che sia, se cerca di portare avanti progetti non condivisi né accettati dal popolo italiano che, tramite i suoi rappresentanti, decide in merito. E come da sempre auspicato sia dalle forze di opposizione “esterne” che da quelle “interne”. Dov'è la ferita alla democrazia? Dov'è la deriva autoritaria, o il “fascismo” denunciato... da un fascista o simil-tale? E soprattutto, dov'è l'oltraggio al parlamento pateticamente lamentato dai grillini, che non mi risultava fossero così affezionati a questa istituzione?
Se la legge passerà, come qualsiasi altra legge, sarà attraverso i VOTI del PARLAMENTO!
O il problema è un altro?
Cioè, la consapevolezza che il corpo legislativo che dovrà votare la fiducia è, nella necessaria maggioranza, costituito da marmaglia attaccata alla poltrona, che per restarvi seduta non esiterebbe a vendere la propria madre, e che per non tornarsene a casa e rinunciare ai bei soldoni della diaria parlamentare sarebbe disposta a votare qualsiasi porcheria?
Sarebbe questo il parlamento oltraggiato?
In questo caso mi verrebbe sì qualcosa da contestare a Renzi:
“Matteo, sei un pappamolle!”
 

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