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Sulla poesia, da "Neve", di Maxence Fermine

Ma poi, un mattino, in piedi sulla riva del fiume argentato, il vecchio cieco gli disse:
"Yuko, tu sarai completo come poeta solo quando nella tua scrittura fonderai nozioni di pittura, di calligrafia, di musica e di danza. E, soprattutto, quando padroneggerai l'arte del funambolo."
Yuko sorrise. Il maestro non aveva dimenticato.
"Perché mai dovrebbe giovarmi l'arte del funambolo?"
"Perché? In verità, il poeta, il vero poeta, possiede l'arte del funambolo. Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un'opera, di una storia adagiata su carta di seta. Scrivere è avanzare passo dopo passo, pagina dopo pagina, sul cammino del libro, il difficile non è elevarsi dal suolo e mantenersi in equilibrio sul filo del linguaggio, aiutato dal bilanciere della penna. Non è neppure andar dritto su una linea continua e talvolta interrotta da vertigini effìmere quanto la cascata di una virgola o l'ostacolo di un punto. No, il difficile, per il poeta, è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all'altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell'immaginazione. In verità, il difficile è diventare funambolo della parola."
 

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