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Dell’uomo che aveva perso una conchiglia

No perché a lui nemmeno piacevano le conchiglie.
Era stata quella.
Stesa lì sull’arenile giusto in mezzo ad un potente riflesso solare.
Le fece persino una foto col cellulare, scostandosi i dolcegabbana scuri, prima di raccoglierla.
Ricordo indimenticabile, ma momento irrazionale.
Normale lui non badava a queste cose.
Lui camminava, privo di distrazioni, verso l’obiettivo.
Lui era uomo in carriera.
Bello, aitante, allenato, convinto.
Ora guidava la corriera.
Da mozzo da lunotto e fari ad autista.
Un balzo felino ed in pochi anni relativamente.
E nella corriera una mattina lei, meravigliosa sul sedile giusto in mezzo ad un potente riflesso solare.
Bella, simpatica, arguta, compita.
Ed all’unisono nella mente dove l’avrò messa?
Dove sarà finita la conchiglia?
E fecero conoscenza rispetto ad un qui pro quo qualsiasi.
E scambiarono appuntamento.
E cenarono insieme.
E venne l’amore.
E lui era bello, aitante, allenato, convinto.
E lei era bella, simpatica, arguta, compita.
Ed all’unisono nella mente dove l’avrò messa?
Dove sarà finita la conchiglia?
Ottimo periodo peraltro all’inizio.
Poi altri qui pro quo.
Infine stridettero.
Lui fatalmente ed esageratamente attirato verso il centro si sé, lei per la precisione.
Ed all’unisono nella mente dove l’avrò messa?
Dove sarà finita la conchiglia?
E lei salì sul taxi con valigia classico della situazione.
Ed all’unisono nella mente dove l’avrò messa?
Dove sarà finita la conchiglia?
L’ho perduta pensò rincasando mesto.
Anzi le ho perdute.
Inutile nascondersi dietro luna nera.
Questione di scelta.
Razionale e soppesata.
Fanfarone opporsi.
Otterrei unicamente cassetti disordinati e persone a metà o anche meno.
Devo mettermela via forever e non m’è facilissimo.
Bella cosa.
Bella cosa comunque la razionalità.
Un giorno di qua, un giorno di là.
Ieri mi dava tutte le ragioni per ambirle, oggi, causa forze maggiori di sopra, manco una.
Veleggia la razionalità.
I fatti la condizionano.
Per lei da santo ad assassino è un attimo.
Un pomeriggio candita ed allegra farfalla che poggia il dorso della mia ciabatta.
Una sera, ad ogni movimento, noiosa e fetente piccola spina sotto la pianta però…
Però bisogna accettarla la propria razionalità e soprattutto usarla.
Lei è l’unica cosa alla nostra, che intendo unilaterale e preferita, maniera.
Lei è per noi di persona personalmente e non tradisce le mete e non travia il destino personale.
La prova?
Facile!
Io sono uomo in carriera.
Bello, aitante, allenato, convinto ed è il resto ch’è noia l’unica solare evidenza.
Come potrei oppormi?
In fondo stiamo parlando del resto, cavolo.
Non so se mi spiego.
Quello che normale rimane al cameriere.

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