Scritto da © Marika - Lun, 21/06/2010 - 08:08
Di un grido parla una mano
Lì
qui
nell' imbandir conoscenza di altrui
deviazioni incipriate
Non vorrei per il dolore
diventar come quell'albero
e aggrapparmi
e spingere
negli antri della terra
pur se dicono esservi rimedio.
Come può un mondo
mandarmi a colori
e distrarmi mentre dormo
se non ho altro che
quella linea che il sole incide
su quel prato azzurro di sirene.
Che mi risucchia nel buio
come grigio
...(?)...
Vengo nel pozzo delle mie braccia
a reclamar difese
E potrei chiedere appoggio
a quegli scogli
poi sentirmi in sospenso
scalfirmi nell'acqua
seguire le ombre del profondo
Lì
qui
nell' imbandir conoscenza di altrui
deviazioni incipriate
Non vorrei per il dolore
diventar come quell'albero
e aggrapparmi
e spingere
negli antri della terra
pur se dicono esservi rimedio.
Come può un mondo
mandarmi a colori
e distrarmi mentre dormo
se non ho altro che
quella linea che il sole incide
su quel prato azzurro di sirene.
Che mi risucchia nel buio
come grigio
...(?)...
Vengo nel pozzo delle mie braccia
a reclamar difese
E potrei chiedere appoggio
a quegli scogli
poi sentirmi in sospenso
scalfirmi nell'acqua
seguire le ombre del profondo
al mio riparo
su quella rigida seduta
a difender la paura
che intanto dentro sfugge.
su quella rigida seduta
a difender la paura
che intanto dentro sfugge.
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