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Nonostante tutto...

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Credevo che i pastelli servissero per colorare di azzurro il cielo e di celeste il mare. Mi ero illusa di dover adoperare le mie matite solo ed unicamente per disegnare fiori, foglie, montagne, mari e laghi. Conservavo la porporina in un vasetto e di tanto in tanto con larghi pennelli dipingevo di rosso i miei tramonti. Ero anche convinta che i fogli di carta colorati servissero per costruire i cappelli dei maghi e delle fate. Credevo perfino che i fogli dai colori più sgargianti servissero solo per fare coriandoli. Ero convinta che l'acqua servisse per irrigare campi, o per azionare mulini dove mugnai dalle spalle larghe sfornavano biscotti e pane per tutti. Mi illudevo che il sole servisse per riscaldare e che con le pietre si costruissero solo case, ponti. Credevo che le parole servissero per comunicare, le braccia per abbracciare, le labbra per baciare. Mi illudevo o almeno ci speravo. Tutti noi abbiamo bisogno di sognare ed io non volevo rinunciare ai miei sogni. So che sognare fa bene al cuore. Ero anche fermamente convinta che se sogni spesso, qualche sogno col tempo, prima o poi lo realizzi! Però, da un po' di tempo adopero solo gomme. Sto cancellando tutti i fiori, le montagne, i mari, i laghi che ho disegnato. Nei miei fogli di carta più belli ci arrotolo le mie speranze disattese e in quelli stropicciati ci nascondo qualche pastello senza punta, un mozzicone di matita che da tempo ho smesso di temperare e qualche lacrima che è scesa giù senza che me ne accorgessi. Ora mi proteggo dal sole per evitare di scottarmi e uso le mani per farmi scudo dalle pietre che mi vengono scagliate da ignoti. Spesso parlo, ma soventemente dico poco e mai quello che vorrei dire. Quando allungo le braccia, lo faccio solo per difendermi. Spesso sento il gelo scivolarmi giù lungo la schiena. Le mie labbra sono diventate talmente aride e la mia pelle ha così tanto freddo. Ho smesso di illudermi: ma non voglio eliminare del tutto le mie matite, i miei fogli bianchi, i miei pastelli, i miei pennelli. Li conservo in fondo all'ultimo cassetto del mio cuore, nel mio castello di zucchero filato. Li tengo lì, dove ho riposto i miei ricordi più belli. Per ora li ho chiusi a chiave, poi si vedrà. Quanto mi spiace però, non poter dare un tratto di blu a quell'angolo di cielo sbiadito: mi intenerisce tanto vederlo corroso e smangiato dal dolore! Credo proprio che gli darò un po' di colore col verde che mi è rimasto appiccicato tra le mani. Strano che non sia venuto via, con tutto il male che nel tempo ho dovuto cancellare! Ora do un piccolo ritocchino e poi...poi si vedrà. Nonostante tutto, io ci spero ancora...
Giovanna Balsamo

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