Il richiamo

Splendida insonnia colorata da parole, Salvatore.

Un abbraccio.

Come diceva qualcuno: conosci la via e scorri a tuo agio. All'improvviso svolti e non sai più dove ti trovi. E' quel che mi è appena capitato nel rispondere al commento della cara Virgo: convinto di conoscere la strada, ho clikkato ed ho perso una prima risposta al suo commento.Ho riprovato finendo più sopra. Alla fine lascio le cose come stanno ch'è meglio. Spero che mi si perdoni.

Mi scuso con te, mia cara virgo, ma non ho ancora imparato bene a usare questa modalità di risposta ai commenti

Come diceva qualcuno: conosci la via e ti muovi a tuo agio nello scorrere dei giorni. All'improvviso svolti. E non sai più dove ti trovi. Avere la percezione della precarietà dell'esistenza è più che mai vitale: fa si che si abbia la cognizione che ogni giorno è un discernere e un discriminare, giusto per giungere alla consapevolezza che le cose non si ripetono, se non nel risultato. Un po' come in un gioco in cui si seguano modalità sempre diverse per giungere ad una medesima conclusione.

Grazie di cuore anche per queste tue stimolanti riflessioni.

Il forte desiderio di ritorno alla normalità, a quello che era e che sentivamo calzare alla nostra vita, oggi che tutto é surreale, lento, costretto e perfino il sonno ha cambiato modalità. Bellissima, Woodenship, Nell'ultimo paragrafo la chiave dell'attuale sentire, che condivido. Un bacio. 

 

Ogni cambiamento nella vita ci pone in modalità di pensieri diversi. Guardiamo con altri occhi e vediamo ciò che non eravamo in grado di vedere prima. Si torna a una sorta di Origine del pensiero e la mente spazia in luoghi inesplorati. La percezione è attenta e accesa e paradossalmente, non vorremmo tornare al "prima". Tutto riprende la forma originale, quella che non è mai cambiata se non alla nostra conoscenza e la notte torna a essere quello spicchio di ombra che ci culla o ci insidia...