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La morte del futuro

Ci spaventiamo del nostro futuro. Il futuro non è più un luogo dove incontrare i nostri sogni, chiaccherando strada facendo sul sentiero che ci porta ad essi. Il futuro non ha più la chiara luce del mattino, quando il giorno ci appare fresco e riposato. Non ha le sembianze del caro amico che divide la nostra età, guascone e pieno di energie.
Il futuro è stanco, è impaurito, non percorre nuove strade. Se ne sta seduto al bordo del sentiero, trascurato e sporco, non volendo fare più nemmeno un passo. E' un uomo attempato dagli abiti logori, che chiede solo di essere lasciato in pace, che non ha più nulla da raccontare.
Il futuro sono occhi che guardan le stelle, consapevoli che mai nè potranno toccare una.
Non ha più passi il futuro, e l'unico modo di farlo avanzare è buttarlo giù per una discesa impervia per falo ruzzolare veloce in avanti. Possiamo ruzzolare insieme a lui, sperando che non ci faccia fare troppo male, anche se non sappiamo dove andrà a fermarsi. Perchè forse il futuro non ci ama, perchè ha smesso di amare da tempo. E' solo un vecchio autobus su cui tutti possono salire, un autobus senza conducente che non è in grado di spiegarci nulla, o semplicemente non ha più tempo per farlo, perchè il futuro, nostro malgrado, può anche morire.
 
 

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