catpower
GoranBregovic
Laurie Anderson
Meredith Monk
Patti Smith
Robert
“Il progetto è nato insieme ad un mio caro amico che di professione fa il parrucchiere a Milano e ha molti clienti di colore. Un uomo particolare, molto originale come sono originali anche i suoi clienti. Io ho iniziato a fotografare queste persone capaci di mantenere l’identità anche quando emigrano e vanno ad abitare in altre società e culture. Di solito in modo standardizzato, mentre loro sono capaci di mantenere un’identità riuscendo a reinterpretare la cultura occidentale, unendo sempre le loro tradizioni originali, i loro usi e costumi, la loro moda, fondendole con quelle del mondo che le ospita. Un’originalità che noi occidentali non possediamo. La gente di colore ha la passione della musica, vivono la musica con il corpo. E questo mi ha incuriosito, anche per invidia lo ammetto”.
Sainko
“No. Non non c’è una connotazione precisa dell’artista musicale differente da altri generi. La mia posizione nei confronti dell’artista è quella di dimenticarmi che sia un grande personaggio e di rivolgere l’attenzione alla persona. Quando ci sono riuscita sono felice per avere evidenziato aspetti della persona che io ho davanti. A volte ci riesco, altre no. Dipende da come la persona si è posta nei miei confronti. Tutto si gioca nel legame che si viene a creare nella durata del tempo per fare il ritratto. Con Sakamoto il tempo è durato 40 minuti, un record. Il minimo storico che mi sia accaduto è di dieci minuti. A volte non è facile riuscire a fare una buona foto. Se la persona non è spaventata nel farsi ritrarre allora diventa tutto più semplice. Mi è accaduto che un’artista americana mi abbia detto che nell’atto di fotografarla sentiva che io le rubavo l’anima. Non è facile mettersi davanti alla macchina fotografica”.
Se lo dice lei che ha tutta questa esperienza....
“Io ho fatto la scelta di stare dietro la macchina fotografica. Guardarsi dentro non è una cosa da tutti. Non è facile, diventa più facile se uno accetta e collabora. Altrimenti è come un muro da scavalcare. Diventa estenuante e cercare la via per dribblare non è semplice. Io raramente ho desistito. Avrei voluto entrare di più dentro la persona. Qualche volta è successo che abbia dovuto rinunciare. L’esperienza però mi ha aiutato”.
catpower
“La passione me l’ha trasmessa una zia che era una grande fotografa negli anni’50 e usava una Laika con il telemetro. Per me è stato un modo come un altro per entrare nel mondo, conoscere persone, paesaggi, considerare la luce, l’esposizione. Ma le foto migliori sono quelle che non ho fatto perché non avevo con me in quel momento la macchina fotografica, ma che avrei voluto realizzare. Fotografare è un modo di porsi di fronte al mondo”. –
09 novembre 2008 CULTURA E SPETTACOLI
-Fotografie: Rita Antonioli.
-Intervista: Roberto Rinaldi.
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano - Rosso Foto
-supervisione:Manuela Verbasi
-Direttore di Rosso Foto: P. Rafficoni
-Staff Rosso Foto
-Editing: Manuela Verbasi
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