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La sfilata dell' Egetsmann

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La sfilata dell' Egetsmann - 
Il Carnevale di Termeno (Bolzano)

di Roberto Rinaldi
 

La prima fonte di notizie risale al 1591 e descrive l'esistenza di una tradizione che si ripete da secoli, in origine in diversi paesi della Bassa Atesina, ora solo a Termeno dove ogni anno dispari, si svolge il martedì grasso, la sfilata dell'Egetmann, un corteo composto da soli uomini in costumi goliardici e dalle sembianze di animali grotteschi, dando vita ad una delle manifestazioni carnevalizie più originali e singolari di tutto l'arco alpino, dalle origini misteriose. Iganz Zingerle descrive la sfilata, documentandola per iscritto nel 1871, citando due paesi dove si svolgeva: Termeno ed Egna. Risale al 1876 la prima descrizione completa della sfilata che prevede la partecipazione di centinaia di figuranti e del protocollo nella sua versione moderna. Il 2009 è un anno dispari la cui ricorrenza si svolge il martedì grasso che quest'anno ricorre il 24 febbraio e la sfilata segue l'ordine presentato, risalente all'edizione del 1965. Pochi mesi fa è stato edito dall'Associazione Egetsmann di Termeno,  il volume “La sfilata dell'Egetmann”, in lingua tedesca, italiana e inglese, corredato da centinaia di fotografie scattate nel corso degli anni (tra cui compaiono anche quelle del meranese Giorgio Benacchio), con i testi divulgativi di Peter Kofler, Alex Maier, Werner Menapace, Cesare Pioppi, che ricostruiscono la sua genesi e i vari significati. Tra i più importanti quello che riporta al simbolismo pagano della primavera dove vengono scacciati gli spiriti dell'inverno, rappresentazione simbolica della lotta tra luce e buio, tra il bene e il male, della primavera e della fertilità. Termeno è rimasto l'unico comune a mantenere questa tradizione che rappresenta per tutti gli abitanti del paese, un momento di socializzazione che aggrega e diverte, distinguendosi da altre sfilate analoghe che si svolgono in Germania a Colonia e Magonza, ma divenute nel corso degli anni, dei semplici spettacoli ad uso e consumo degli spettatori. In Alto Adige si svolgeva un analogo corteo anche a Nalles, Salorno, Lana, Egna e Anterivo. 
   

   

Quest'anno cade la ricorrenza biennale del Carnevale di Termeno detto anche Egetmann, un rito organizzato solo negli anni dispari e che ha origini antiche, risalendo al 1591, data in cui risalgono le prime testimonianze. Martedì grasso 24 febbraio il paese di Termeno sarà invaso da una irriverente processione composta da ben settecento uomini   dalle sembianze più svariate. I loro costumi hanno sembianze animalesche, mostri, pronti a scatenarsi in sarabande  furiose in cui il pubblico fa la sua parte di “vittime”.  L'associazione di Termeno è costituita da un comitato organizzatore  e nel 2009 ricorrono i quarant'anni di vita. Dal 2003 il presidente è Günter Bolognacon il ruolo di coordinare i preparativi. Il protagonista è l'Egetmannhansl, "l'erpicatore”, l'operatore addetto alla fase conclusiva della semina, un pupazzo vestito di nero, cilindro e guanti bianchi su un calesse dove sale la sposa rappresentata da un uomo travestito, il quale ha il divieto di bere vino mentre può la grappa.

   

   
Con lui sfilano i consiglieri che sono gli uomini del potere vestiti tutti di nero, ognuno porta un oggetto simbolico, il registro del protocollo, la scala, l'ombrello, i candelieri (un bastone con una pannocchia di granoturco come candela), il corteo si ferma ad ogni fontana dove sulla scala sale il consigliere con l'ombrello e il nunzio che legge dal protocollo l'offerta di matrimonio dell'Egetmann. Un gogliardico cerimoniale allo scopo di prendere in giro le donne del paese, i figli e gli abitanti del paese”. Il rituale seguito nel matrimonio dell'Egetmann è di carattere sovversivo dei valori e delle regole sociali consuete.
L'offerta di matrimonio viene letta pubblicamente fra le risate del pubblico, dissacratoria nella sua forma di satira contro il costume sociale che un tempo imponeva un protocollo serissimo da cui non si poteva esimersi.
   

   
Dietro gli sposi segue un corteo rumoroso e sguaiato, del quale fanno parte anche personaggi quali il “Wilder Mann” il selvaggio dalle sembianze di demonio dall'aspetto che incute paura per via di una maschera composta da pelle di coniglio, stracci ricoperti di edera. 
Tra i personaggi che sfilano compare anche il cacciatore che accompagna l'uomo selvaggio il quale viene ucciso, rappresentando simbolicamente la fine dell'inverno (il selvaggio) e l'avvento della primavera (il cacciatore). Un altro simbolo pagano della primavera è rappresentato dallo “Schnappvieh” o “Wudele”, una specie di coccodrillo senza orecchie, ricoperto di pelli e con corna e grandi mandibole, alla ricerca di prede, alto più di due metri e rappresentato spesso in gruppo. Viene seguito dalla figura del macellaio che ad ogni sosta alle fontane ne cattura uno e lo uccide, chiudendo il ciclo dell'inverno cattivo scacciato dalla primavera buona.
   

   
Carri da dove vengono gettati farina, cenere, sabbia, segatura, pentoloni di acqua calda, cibi, salami e prosciutti appesi, forni dove cuoce il cibo, uomini dal viso ricoperto di carbone all'inseguimento di malcapitati spettatori – vittime, rapiti nel divertimento collettivo. “Il Burgl” e il “Burgltreiber” sono due figure misteriose di uomo e donna, la cui origine latina viene dal verbo latino “purgare”. La donna ha i piedi fasciati con foglie di mais e porta una gerla con dentro una bambola, cioè un bambino, incatenata da catene a cui sono legati campanelli che suonano mentre scappa dall'uomo che cerca di percuoterla con un bastone. Il tutto si svolge nel fragore di campanacci e catene che fanno rumore, mentre le lavandaie lavano i panni sporchi nelle fontane, divertendosi a bagnare di acqua sporca i passanti. Fanno parte del corteo le donne con la gerla e la bigoncia, il pescatore, il dottore sull'asino, il sarto che cuce insieme  per la giacca le donne che incontra, il bottaio.
   

   
La parte tradizionale della sfilata termina con il mulino delle vecchie” in prestito da Vipiteno che macina le vecchie e le restituisce giovani e belle, accompagnato dal carro delle vergini. Il protocollo della sfilata in origine consisteva nella declamazione di versi, spesso a carattere scurrile, che riproponeva gli avvenimenti dell'anno trascorso, e una raccolta di tutti gli annedoti accaduti. Il merito degli organizzatori della sfilata di Termeno, è anche quello di salvaguardare una tradizione secolare, nel rispetto della ritualità popolare ad oggi resa immune dalla spettacolarizzazione di massa, con il rischio di tramutare una manifestazione così originale, in un evento commerciale banalizzato. Rischiando così di snaturarlo dalla sua matrice originale. L'Egetmann rappresenta per la comunità un simbolo di continuità col passato e il naturale evolversi dell'identità proiettata verso il futuro.
   

   
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Foto di Giorgio Benacchio 
-Testi di Roberto Rinaldi
-Grafica di Alexis, Anna De Vivo

 

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