Al Pub (1)

"Si è messa sotto, con lo studio."
"Eh?" alzo il muso dal piatto.
"Sì, dico, Laura. Sta studiando sodo ultimamente."
"Ah. Bene. Per questo non c'è." Mi guardo stupidamente intorno.
"E già. È da Salimbeni. A revisionare il piano di lavoro per un altro esame."

(Che stupido. "Si è messa sotto" fa lui. Ma sotto a chi'? Te l'ho sei chiesto? Sai chi è il prof Salimbeni? Lo sanno tutti, un maiale! ...Coglione!)
"E quale sarebbe il piano di lavoro?"
"Mh, dei progetti sulla costruzione di ponti su un fiume. Una cosa del genere, non so di preciso."
(Seee, lo immagino invece qual è il "piano di lavoro", quello del tavolo in noce laccata della sua biblioteca-studio dove accoglie le "volenterose" studentesse universitarie che si preparano agli esami).
"Ha preso 30 due settimane fa, ed ora prepara l'altro."
"Sì? bene!" allungo il braccio e sfilo una bustina di maionese dal barattolo, la svuoto sull'hamburger ed afferro il bicchierone di Coca sollevandolo. "Allora festeggiamo!"
(30. Non l'ho mai vista con un libro aperto tra le mani. È andata all'università solo per accontentare i suoi e per liberarsi di loro e dei fratelli; e per fare l'emancipata. Ha sempre raccimolato dei 23 ed ora sforna dei 30 come fossero panini. Bah!)
"Eh sì. Ora che ha ingranato può uscirne per la fine dell'anno. Si laurea e poi ci si sposa."
"Ancora dell'idea di sposarvi?" mi tiro indietro sulla sedia e lancio la bustina appallottolata sul tavolino del locale.
"Beh io ci penso da un po'" fa lui contorcendosi le dita. "Ma lei non ha mai voluto saperne. Finora."
"Ed ora ha cambiato idea?"
"Non abbiamo preso il discorso."
"Non l'avete preso." (Certo. Lei è impegnata a "prendere" altro...)
"Non ultimamente." Guarda la vetrata, attratto dal passaggio di un clown vestito con colori sgargianti (come altro dovrebbero vestirsi i clown?). "Ma ora che s'è messa di buona lena con gli studi... chissà."
"Oh, quindi è un'idea tua."
"Eh sì, ma se si laurea è logico poi che dopo può pensarci."
"Dici?" (Logico? Ma andiamo! Dovresti saperlo benissimo che per lei di 'logico' non c'è nulla. Basta vedere dov'è ora a... 'studiare'. Ah già! L'hai appena detto: è 'sotto'. E in fin dei conti non c'entra niente la logica con lo sposarsi.) "Ma scusa, che significa: 'È logico'? se si parla di matrimonio, di decidere di accettare la tua proposta, deve trattarsi di... sentirselo dentro. Dev'essere una decisione sospinta dal sentimento innanzitutto, più che dalla logica."
"Io so che lo sente, dentro" afferma in modo appassionato, mentre attira verso il suo petto le mani aperte ad indicare il 'dentro'.
(Ah beh, di certo qualcosa 'dentro' se lo sente di sicuro. Ma tu non preoccuparti. Ci sfornerà su un altro bel 30. E se sa fare un lavoretto extra allora ci scappa pure la lode. E poi ti sposa.) Un altro, non nascosto, ghigno beffardo si accenna sulle labbra.
"E così ti sposi." Sollevo di nuovo il bicchierone di cartone della Coca-cola con tre dita mentre mi ricurvo in avanti piantando i gomiti sulla tovaglietta. "Alla tua"