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Delenda mafia

Ho grovigli di spine, dentro
buchi di pallottole vaganti
scudisciate d'Etna sulla carne
sollevano la pelle agli innocenti.
Un gregge malinconico ci vive
asserragliato in arabesche mura
tra verdi giardini a frutti d'oro dove
la fragranza delle zagare cattura.
Subisce lo strazio d'ogni giorno
di gente, eppure son di loro
che laida preda ricchezze, pure il sonno.
Vetusta la malia che s'è incarnita
nell'anima dei più, la codardia
che cela con la facciata calcinata
il distacco dalla vita più impegnata.
Ahi quante volte al tremebondo
labbro, sentii voglie di riscatto
proferite a stento ma, il luccichio
dell'armi sfoderate a tempo
rintuzzò ogni coraggio, rimandando
al dì di poi ogni proponimento.

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