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Festa di Compleanno

Oggi è il giorno del mio compleanno
E non conosco giorni più tristi
Sono del parere che andrebbero aboliti
E sostituiti con i baccanali antichi
Dove la vecchiaia la guardavi in faccia
E la lasciavi crudelmente in bianco
E non ti serviva nemmeno di andare a caccia
Che avevi roba migliore al tuo fianco
Ma io stasera voglio invitare un po’ di gente
Per far vedere che non sono il solito coglione, il solito perdente
E il mio amico Amleto ha portato anche dei Whisky
Invischiato com’è tra i suoi dubbi e i suoi vizi
“sarebbe stato meglio seguire Ofelia nel fiume” mi dice
“l’ho capito solo ora che ho incontrato te”
Raskol'nikov è arrivato persino in anticipo, ma non lo sto a sentire
Parla sempre di quel suo omicidio
“sei hai fatto la stronzata, arrenditi alla vita” gli dico
“io non conosco il senso di colpa, o lo conosco troppo”
E i marinai se ne stanno seduti a tribordo e fumano
Aspettando che la signora della Luna nuda si faccia il bagno
Ma sono tutti invitati alla mia festa, e non lo sanno.
 
Oggi è il giorno del mio compleanno
Tanti tanti tanti auguri a me!
Io che faccio più schifo di tutti qui in mezzo
Voglio farmi gli auguri che si fanno ai Re.
Ho mandato un invito anche a tutti i politici, ma loro si sono offesi
Solo perché ho scritto “Potete portare le vostre camice bianche
E quelle delle vostre puttanelle in lavanderia,
Ma di certo non potete portarci la vostra coscienza”
“Ma noi abbiamo le mani in pasta” mi hanno risposto “ci mettiamo la faccia”
Ma nessuno ve lo ha chiesto, nessuno ve lo ha chiesto
Verlain e Rimbaud sono nella mia camera da letto
A contare l’uno i lunghi destini dell’altro
“Ti senti abbandonato?” gli chiede il vecchio
“non vedi che il nostro amore è bello perché non è accettato?”
Stanley Kubrick sta girando una scena niente male
Di me che mi verso una birra in testa per sciacquarmi dalle mie nefandezze
E intanto sta soffiando il maestrale
E io cado ancora in tutte le mie debolezze, in tutte le mie debolezze.
E la signora della Luna col rhum in mano non la smette di abbaiare
Mentre i lupi nelle grotte si sono svegliati di soprassalto
“dovrò comprarmi un’ altra bottiglia, o tutte le mie speranze cadranno!”
Ma sono tutti invitati alla mia festa, e non lo sanno.
 
Ma oggi è il giorno del mio compleanno
E non m’importa se il giovane Holden è nel salone
Con un drink che è diventato acqua 
A meditare su qualche altra rivoluzione
Stasera voglio divertirmi a modo mio a spiare i gesti idioti
Di questa marmaglia generazionale che sono i miei compari
Compari! Avete combattuto per che cosa?
Per questa goccia di rugiada sul petalo marcio di una rosa?
E quali sono le nostre libertà se non posso uscire nudo
Dalle vostre città come John Lennon e Yoko Ono
Che si aggrappano e si sciolgono sul mio divano?
E Walt Whitman se la fa con Marilyn Monroe 
E Marilyn Monroe se la fa con Garcia Lorca
E Garcia Lorca se la fa con Walt Whitman
E siamo tutti più contenti con una scopata assicurata e un Long Island.
Non ci servono mica le bombe a noi, a meno che non si fumino.
I miei carrarmati all’ingresso sparano caramelle e zucchero filato
E la signora della luna ulula
Cerca i suoi colliers scomparsi e le sue bottiglie di vodka.
E intanto non capisco perché i camerieri se ne siano andati, ma torneranno
Perche sono tutti invitati alla mia festa, e non lo sanno.
 
E non è più oggi, il giorno del mio compleanno
E non c’è sputo di vento tra le ultime risate che si spengono
Sulla spiaggia che è un cielo di corpi nell’alba d’argento.
Mi mancherà la terra sotto i piedi stamattina,
Come tutte le mattine della mia vita.
Ah Gabriele, Gabriele, come siamo belli noi italiani! Come siamo belli!
Facciamo tutto da soli noi italiani! E sciogliti da quella posizione oscena,
Gabriele! Facciamo tutto da soli! Come siamo belli!
C’e qualcuno che dice a Janukovyc di scendere di là
Perché quella è la terra di nessuno e nessuno è più forte di lui!
Devono passare sul mio cadavere e forzare il chiavistello
Se vogliono sentire Jimi Hendrix suonare, perché me lo sono portato a letto.
I santini e le madonne che questi codardi portano sul petto
Sono la prova tangibile e reale della loro ipocrisia crudele
Il loro guardarti come un negletto è la colpa infame per cui 
Saranno insieme a me, giù, all’inferno.
Ma i marinai incantati ridono e se ne stanno ancora a tribordo
A guardare le luci che sfavillano aldilà del porto
Che Guevara accende a tutti loro un sigaro
E nessuno, nessuno sembra più trovare il proprio sentiero.
Intanto a riva, gli ultimi frammenti di festa si spargono sugli animali bianchi e nudi
E tutti se ne stanno a contemplarsi in silenzio, seduti
“Gli umani” mi sussurra Gandhi “si dice che prima o poi cambieranno”
Per ora sono tutti invitati alla mia festa, e non lo sanno.
 

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