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La piazza dei gigli.

 Tutti coloro che vollero la piazza dei gigli
portarono una stoffa bianca
per parlare.
 
Quando si raccolsero insieme,
sventolarono una idea muta che capì anche il vento
passandovi accanto.
 
I contrari non erano al bar, né si dettero per vinti.
 
Cominciò il mormorio da un caso di sollecitudine:
i bimbi avevano innocenze nette;
quelle donne di paese li spinsero a piantarla.
 
Nessuno - e mi si creda: nessuno! - obbiettò sulle fontane;
aspettando le tenebre,
si raccontarono l’innaffiatura di un domani.
 
I contrari, poi, tutto negando, e ancor più adducendo ragioni di luce,
accecarono la notte aggredendola nel buio.
Non si potè quindi il giorno seguente, né il successivo, o il mese del sole;
e fu sempre sera:
per anni
e, forse, ieri.
 
Ora, i bambini della piazza dei gigli,
non possono i giochi dei prati:
con le verdi cortecce stanno alle aiuole
come alberi mancati
 
esposti agli arnesi.

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