Rifiuti

Catalogo ogni mia emozione in virtù del materiale di cui è composta al solo fine di verificare se possa essere fonte di nuovi prodotti della mia immaginazione la quale, stante la scarsità di materia prima plasmabile, è in una fase di crisi, non economica, ma quanto, piuttosto, creativa, caratterizzata da quelle particolari modificazioni fisiopsicomotorie conducenti all’immobilità statica che detesto perché non mi appartengono. Premessa questa breve riflessione, priva di stimolanti passioni, vorrei raccontarvi come io abbia trovato la soluzione al problema. Ho creato depositi dedicati ad ogni emozione rifiutata, ma solo ora mi sono reso conto di aver commesso un errore incredibile: non avendo contraddistinto i vari contenitori da alcuna indicazione ovvero colore, i rifiuti si accumulano alla rinfusa, come in una qualsiasi discarica abusiva. Tuttavia, tale incresciosa mia disattenzione ha, involontariamente, creato novità intrise di odori che non ho mai inalato prima d’ora e che, pertanto, non sono in grado di descrivervi se non con quelle stesse parole che ho rifiutato. Ad esempio mi si presentano alla penna storie d’amore che pur non concludendosi con un lieto fine, tuttavia, i protagonisti sono felici quando raggiungono l’ultima pagina e chiudono il loro libro; stravolgimenti di favole note come quella che ho, ironicamente, già posto sottosopra, in cui i sette nani sono ciclopi e Biancaneve è l’alter ego femminile di Ulisse; descrizioni di accadimenti e relative emozioni che si sono casualmente rappresentate nella mia quotidianità; controsensi involutivi tra le cui spire mi accartoccio senza alcuna conclusione; infine, i miei sogni, notturni, durante i quali si ripropongono, come peperoni non digeriti, i veri e propri rifiuti, scarti non riciclabili che continuano a crogiolarsi nel loro castone, tali e quali a come si sono vissuti. De Beers aveva ragione. Il punto di fusione dei bracci dell'ancora è incorruttibile.