Scritto da © Scintilla Elis - Mer, 11/02/2015 - 09:58
Niente di niente di niente di niente
nessun segno particolare che arriva dall'esterno
nessuna scritta in filigrana sui mezzi rilievi dei miei giorni.
Mi sgrana l’assenza di tempo, un dolore insaziabile
l’immobilità di un libro sul leggìo, il giallo antico sulle pagine
fra le chiazze d’umidità a fiore e gli appunti di filosofia oltre i margini.
A chicchi sfibrati
rimbalzo sul pavimento
corro dietro ad ogni possibile direzione
fra mari e deserti, fra pioggia e calce, mi disperdo in fretta
dimenticando persino il velluto sul mantello.
Resta un granello
di sabbia
forse di marmo
forse è quel punto lontano che vedi
sotto le palpebre, quando gli occhi chiudi
e resti nel buio a trattenere germogli.
Dispersa-
il sole fuori ricomincia a segnare la sua ora in meridiana, inseguendo la settima luna
nel vasto giardino d’alberi d’eucalipto dove si rovescia il cielo.
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