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Ve lo do io... Antropopòlogo!

( Piccola prefazione. Scritto stamattina fra le otto e le nove e parto di notte agitata. Si consiglia di ripasare tra qualche giorno che è probabile incontrare allora una versione più leggibile )

I miei successi come ricercatore sui nostri antenati languivano meravigliosamente.
Avevo sì una laurea ed ero inserito nel gruppo di collaboratori d'un noto studioso e venivo retribuito e potrebbe magari sembrare abbastanza a chi vede la cosa da fuori.
Ed invece un cavolo.
La gente pari a me è mossa dalla passione e non s'accontenta delle briciole.
Anonimato totale insomma dicevo.
Sempre in giro per siti sensibili con una vanga e varie palette e scopette e rastrelli e metro e lenti d'ingrandimento.
Mai un successo personale.
Anche dei ritrovamenti interessanti in verità, ma il merito se lo prendeva tutto il capo e su di me umile aiutante mai nemmeno una nota... se non generica che più non si poteva.
Dovevo reagire e disintegrare questa situazione.
Oramai in intimità davanti allo specchio ero arrivato al signori e signore ecco a voi il più grande antropopòlogo del mondo.
E scusate però non potevo sopportare oltre.
Anche quel giorno poi a scavare e selezionare e schedare con un entusiasmo derelitto.
Già conoscevo i risultati cui andavo incontro.
Una noia la solita punta di freccia in pietra lavorata con la pietra.
Un banalità del vasellame primordiale.
E d'una ripetitività allucinante quattro ossa ed un cranio in croce.
Mi misi lo stesso a scavare ovviamente, che la pagnotta è zero bensì senza di lei non va avanti la carretta, mi misi a scavare e sotto la crosta d'una trentina di centimetri finalmente... finalmente incontrai la mia America.
Ne fui certissimo non appena "lo" vidi.
E lo nascosi a tutti ovviamente.
Una specie di fulminante innamoramento per una donna bellissima.
Nemmeno l'avevo preso in mano e già vedevo lampante in testa un piano precisissimo rispetto a lui.
Lui?
Ah lui vero.
Un trancio di bastone in legno dal diametro fisso di circa sei centimetri abbondanti leggermente curvato convesso.
Dalla lunghezza di quasi ventidue.
Dalla lavorazione esterna talmente sopraffina dal sembrare uno di quei lavori che... con pazienza certosina... riesce a fare l'acqua del mare sui legni riconsegnati alla spiaggia.
Dal colorito dunque grigio striato.
Dalla superficie al tatto incredibilmente levigata e dalla forma globale parecchio caratterizzata da una specie di rigonfiamento su una estremità e da uno strano ammasso legnoso nell'altra.
Un rigonfiamento assai simile... mi fu immediatamente chiaro... a quello che offre alla vista il classico rialzamento che provoca un glande sul pisello.
E nelle esatte proporzioni al millimetro.
Ed a cui corrispondeva dall'altro lato appunto un ammasso composito... piazzato esattamente sul semicerchio opposto... e grosso all'incirca il triplo.
Bingo... avevo fatto sicuramente bingo.
Un vibratore primordiale.
Ed ottenuto con pazienza ed intelligenza certosina.
E manualmente ricavato un minimo sghembo però assolutamente in linea con le possibilità classiche d'ere lontane.
Non so se vi rendete conto.
Oltre che primo ritrovamento del genere anche una botta alla storia della sessualità umana.
Comunque feci finta di nulla dicevo.
Lo nascosi e finii la stantia giornata di lavoro.
La sera mi presentai in ufficio e mi licenziai rimanendo sul vago rispetto alle motivazioni.
E... e sei mesi dopo convocai una grande conferenza.
Invitai tutti gli esperti mondiali.
E c'era tanta ressa sul serio e... e presentai al mondo il mio pezzo da novanta.
Sinceramente lì per lì non capii se ciò provocò stupore o sdegno.
E di nuovo sinceramente non me ne fregava niente.
Mai nemmeno considerato il tutto potesse essere credibile o no.
Oramai infatti l'eco del mio ritrovamento e della mia iniziativa s'era sparsa per tutto il globo ed a me interessava quello.
Il resto... cioè il dimostrarne l'autenticità o la truffa intrinseca... lo lasciavo all'ex capo ed hai suoi simili.
Affari loro.
A me ripeto non importava un fico secco.
Il mio piano prevedeva un allontanamento dal genere d'impiego precedente ed un'immersione nel campo industriale.
Praticamente un salto di qualità.
Ed intanto naturalmente le polemiche infuriavano.
"È invenzione d'un impostore per ottenere visibilità!".
"Si tratta d'un ramo casualmente così spezzato e finito sottoterra in seguito ad uno smottamento e non è per nulla antico".
Tutto inutile.
L'importante era il discorso stava sulla bocca della popolazione intera e quindi... quindi non rimaneva che trasferirlo in un altro luogo corporale o anche in due altri luoghi corporali... perché no?
E via pertanto.
Seconda fase del progetto.
Trasformazione del soggetto in moderno oggetto rifatto pari pari nella consistenza ed assemblato con materiali e colori moderni e grande campagna pubblicitaria mirata.
Un'apoteosi.
Il primo giorno di distribuzione sex shop con la fila manco si fossero messi a vendere cellulari ultra moderni ed innovativi o libri nuovi di serie famose attesi con ansia dagli appassionati.
E per molti molti molti giorni seguenti uguale.
Tutte e tutti che volevano assaporare il gusto del "soddisfatore" primordiale e tanti tanti soldini nelle mie tasche.
Tanti tanti tanti.
Tanti tanti.
Tanti.

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