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Verso casa

Non è certamente usuale uscire da casa, quando nevica, indossando calzettoni di lana gialli, di quelli grossi realizzati all’uncinetto dalla mia nonna, calzoni idrorepellenti ed imbottiti di colore blu scuro, scarponi di crosta di pelle, peseranno almeno un chilo e mezzo ciascuno, di quelli con la tomaia rigida, con due file di ganci paralleli cui si aggrappano lunghissimi lacci rossi sino oltre la caviglia, ed una maglietta azzurra, a maniche corte, con l’immagine di un personaggio dei cartoni animati, Muttley, che forse non tutti di coloro che mi leggeranno avranno conosciuto ovvero ricorderanno. La lancetta lunga aveva da pochi rintocchi abbandonato quella piccola in posizione verticale. Non avvertivo alcuna sensazione di freddo: avevo talmente tanto liquido alcolico in corpo che ogni mio alito, liquefaceva il mio avanzare. Come al solito l’ondeggiamento dell’orizzonte, non impediva ai miei pensieri di giungere a ricordare le tue fattezze, le tue risate, il mio amore vissuto per te. Credevo di avere già affidato alla necessità dei ricordi la tua assenza. Sono incapace. Non riesco a diminuire il volume del mio sentire. Non è l’udito ad essere sensibile, ma il nostro passato rumoroso. Mi lascio cadere su quel manto bianco e attendo che il freddo inizi a trarmi dal torpore e ad affievolire la nostalgia. Poco tempo dopo, tu, il mio presente, mi raggiungesti e, con un’espressione titubante, mi domandasti: “Pensi ancora a lei, vero?” La mia risposta fu sincera. Non te ne andasti, ma ti stendesti accanto a me e mi baciasti lievemente. Rimanemmo così, ad osservare i piccoli cristalli bianchi che, volteggiando come ballerine, dall'oscurità, si adagiavano sui nostri visi al ritmo di una melodia immaginaria, ma comune. In quell’attimo di silente ed intima calma, il grave volume del ricordo ritornò, magicamente, al proprio posto, nella libreria, in attesa che la povere del tempo irrigidisse i suoi colori e lo nascondesse ai miei occhi. Dopo un secondo bacio, mi alzai e ti tesi la mia mano calda. I nostri passi scrissero, scrivono e scriveranno storie parallele sulle quali, come nudi ginnasti armoniosi, la potenza dei nostri abbracci mostrerà la saldezza della nostra danza. Mentre la neve continuava a discendere sul cammino verso casa, la mia mano si intrecciò stretta alla tua per il timore di perdermi.

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