Scritto da © carmine valendino - Lun, 01/11/2010 - 14:21
E mi aggiro smarrito
nei vortici disordinati
della città:
dispersa unità solitaria e vinta
tra derive di storie ordinarie,
umane e disumane,
di uomini e di donne
senza fine.
*
Colori e luci non bastano
a rischiarare dolorose
e travolte anime:
infinite storie di fallimenti
e annullamenti racchiuse
in gusci stanchi di volti
confusi e contratti.
E sguardi vuoti m’è dato
di vedere, ed io stesso
appaio fantasma
e reduce di mille naufragi.
*
La durezza impietosa
è di casa: qui non ci sono
feriti da raccogliere,
né prigionieri da scambiare:
si tenta di sopravvivere,
spesso senza aneliti,
nel cupo smarrimento
del naufragio delle speranze.
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