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Il console

 
 
 
Le arcate dei tuoi occhi scesero a
contendersi la smania di un frastuono;
la bomba non cadrà sul Ponte Vecchio,
negli angoli screziati di orafi e artigiani.
Firenze e il suo marzocco, centrato sulla
via, si misero a guardarti, ponendo in capo
a un giglio più aperte tolleranze.
Le stanze degli Uffizi, sebbene liberate,
morivano da sole, sfocando tra le pieghe
dei venti più allarmati.
                     ***
 
Di ebrei scampati all'acqua e visti
consegnati, armasti il gonfalone,
scindendo dalle rune insegne bottonate
di pace e devozione.
Nel Ponte che mai dorme, chiamasti alla
adunata quei giovani puristi dal cuore già
affermato; Firenze è quest'arcata di occhi
innamorati, discesi alle terrazze, diretti a un
nuovo incanto che affreschi i suoi lungarni.
 

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