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XXX

 
 
L'aveva aspettato per tutta la notte. In piedi, sotto il lampione della terrazza allagata per l'inverno.
«È arrivato?», domandò la moglie affacciandosi dagli scuri.
«Qua-si...», sillabò Bernardo, gettando una sigaretta dilaniata dalla pioggia.
«Non sarà meglio aspettarlo dentro?»
«No, l'ho sempre trovato qua».
«Allora ciao».
«Ciao».
 
Passarono due ore, durante le quali Bernardo Cunellis aveva deciso di controllare il manoscritto per l'ultima volta.
«C'è tutto, eh si, c'è tutto...». C'era la trama, c'erano i personaggi, era presente persino l'autore; mancava solo lui. Il titolo.
«Il segreto del vaso...No. La vecchia antiquaria..Già esiste. Temporale a Pechino...Dio mio sono le nove!»
Corse dall'editore eludendo i semafori e accampando un tentativo di scuse.
«Mi perdoni, sa, ma di solito non è competenza di uno scrittore trovare il giusto titolo...Che poi potremmo chiamarlo “Shěnyáng” le vicende si svolgono lì...la prego un caffè».
La segretaria lo annunciò mentre era in corso una riunione dei curatori.
«Ah, allora non se ne fa niente, torno più...».
«No, no, la stanno aspettando».
Bernando Cunellis entrò nella stanza più fioca dell'intero edificio.
«Si sieda, Cunellis...».
Il correttore di bozze gli avvicinò un altro caffè; uno dei curatori prese la parola a nome di tutti.
«Il libro così com'è non va; è fiacco, la descrizione dei fiumi un autentico salasso. Il pantano dove ritrovano il vaso e la bambina, che diavolo vorrebbe dire?»
« La...la bambina non era effettivamente scomparsa, si era soltanto nascosta da...».
«Non ci interessa. La ricerca scriteriata di questo vaso, poi...e il titolo che manca, no dico, non si è fatto venire in mente neanche un motto?»
Bernardo Cunellis ristette pensoso.
«Purtroppo non possiamo pubblicarlo. Ci dispiace molto».
                                                             *
 
Di sera la moglie lo accolse sul parquet d'ingresso.
«Allora? L'hai trovato?»
Bernardo avanzò incupito nella sua scrivania.
«No? Ti porto uno scotch».
Sei mesi di lavoro, di riflessioni intense, di fiacchevoli frustrazioni.
«Già messo il ghiaccio. Vuoi qualcos'altro?»
Ebbe come un'illuminazione fanciullesca, una solenne conversione di parti e intenti.
«Portami la lettera di quel concorso».
«Quale?»
«Narrativa erotica».
                                                                 *
 
 
Tre giorni dopo spedì il manoscritto alla giuria del premio. Il titolo non era più arrivato.
Aveva deciso, così, di rinominare il romanzo "XXX"; aveva ampliato le scene di nudo, trasformato la protagonista da semplice antiquaria in merciaia del sesso.
«Guarda, Bernardo, guarda!», lo raggiunse una sera la moglie in terrazza.
«...Le conferiamo, pertanto, il Primo Premio della Giuria di Amiràle...».
La moglie rientrò in casa preparando una bottiglia di spumante.
Bernardo ne bevve un sorso, convenendo che quella coppa avesse la forma di un vaso.

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