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blog di Bruno Amore

Non vi turbi il mio pianto

"Voi ch’avete l’intelletto sano"
della psiche la felicità
e occhi per gustare del cielo e
dei fiori il colore guardate
pure la mia malinconia
con occhio socchiuso sbircio
l’angolo della bocca grinzo
le spalle alte indifferentemente.
Non vi turbi il mio pianto
che in solitudine nasce e
mi dilava palpebre e gote
vede un attimo queste righe
veloce passa le vostre pupille.
 

Inadeguato

Mi colgo spesso qui
nei meandri della mente
in sofferenza stretto
da fatti non miei.
Che mi scavano
cercando risposte
che vorrei avere
ma che le braccia
appese larghe
dicono di...no.
Struggo l’anima lungo
percorsi di fatiche altre
bravamente convinto
che qualcosa si possa
alfine.
Ma, anche stavolta
piango l’inadeguatezza che
m’accompagna ancora.
 

Emozioni

 
il pesco rosa
indossa effimeri
lievi abiti.
 
 
salva la voglia
o non sarai nessuno
a questo mondo
 
 
prega il cielo
che soffi vento di
pace ancora
 
 
il vento spoglia
dal candido velario
la cima bruna
 

Un lumaio.

come un insicuro lumaio
ho più acceso che conservato
i fuochi nei cuori finitimi
e quelli che si spegnevano
m'hanno ustionato assai
lasciando bruciature profonde.
sono acqua anche cheta
che scorre alla bisogna
e soffoca tizzoni ostili
attaccati alla fiamma dell'orgoglio
più che dell'amore.
non dirmi non muore mai
sol quello che non brucia
resta acceso
come la speranza.

Stipare pensieri

sai, ogni giorno
appendo un pensiero
nell'armadio
non quello dei ricordi
quello l'ho saccheggiato
finito da un pezzo ormai
lo stipo dei sensi svolti.
pur se non spero che alcuno
li indagherà mai
neppure per guardarne il colore
la trama il tessuto il tempo
e resteranno intrisi
della polvere di ora
che mi vede appena un poco.

Finché riesci

"Finché  riesci a stare in piedi
Bisogna andare.
Finché riesci a vedere
Bisogna guardare
Finché riesci a pensare,
Bisogna meditare.
Finché  riesci a muovere le dita
Bisogna fare, lavorare.
Finché  riesci a vivere
Bisogna desiderare e volere amare."
 
Scritta da Sofya, un'amica russa.
 
 

Luce

non luce ora
pare sia crepuscolo
alba di sera
 
ruba la luce
la stilla posata sul
ramo bagnato
 
fioca lucerna
è amore dei sensi
vince il cuore

Le cose più belle.

Appena sarà tempo di andare
farò il fagotto delle cose care
non voglio lasciarle, nessuno
qui intorno le ama come me
da poterle carezzare.
non si misura in grani quel valore
men che carati hanno dentro sé
bricciche scampoli di nulla a volte ma
sono state lì con l'anima ed il cuore.
il ricordo l'ha vestite di pagliuzze
arcobaleno, il pensiero profumate
di fiori di brughiera e se
nella vita non furon tutte stelle
quelle di dolore restan le più belle.
 

La chimera

è stata una chimera credere
che la bellezza e il piacere
avrebbero placato l'arsura
di vivere ancora fino a domani
e neppure i sentimenti nobili
le cure poste a soddisfare il cuore
il nutrimento dato all'anima
impedirono alle foglie di cadere
all'autunno di avanzare, al gelo
dell'inverno annunciare minacciare
tempi chiusi in circolo predetto.
ora che alfine s'è sciolto l'enigma
che tutto prende giusta dimensione
ed il limite è visibile seppur imperfetto
mi chiudo entro il recinto di rovi
a cintura del mio spazio esistenziale
e dalla collina delle cose passate
posso guardare un orizzonte illusorio
dorato quanto impossibile da raggiungere.
 

Cuore di rettile.

Era venuto il tempo della schiusa e nel covile c'era molta agitazione, aspettativa. Da tempo ormai, le nascite erano scarse, l'inquinamento, si diceva, aveva modificato anche la genetica e le uova risultavano infeconde o infecondate. Il calore di Balum, la luce delle sue sette lune, facevano il loro dovere da tanto di quel tempo che era difficile immaginare che gli alieni avessero potuto influire sul loro potere riproduttivo. I riti procreativi avvenivano regolarmente ad ogni Nuova Germinazione, quando i vegetali si rinnovavano e gli insetti brulicavano dappertutto ma, ogni nuova stagione, era minore il numero delle nascite.

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