blog di ferdigiordano

 
Sono finiti gli oceani come vastità tremende.
Sono finiti i territori che sudavano i cavalli.
Dove sono finire tutte quelle spine?

 
Fai manovalanza, usa un arnese.
Prendi in dote ieri e portalo a domani.
e domani poi lascialo, che è già passato.

L’occhio è il muscolo più toccante,
un tagliere perfetto la lingua e via via
incontrarsi permette nuovo sconcerto.
 

 
Il primo bacio è a cura del seno,
il secondo è frontiera del ventre.
La duna insegue l’oceano, lascia

 
Un uomo non è quanto racconta
e non è quello che ricordo: no, non lo sono,
e in certe processioni nemmeno il patrono

 
La domanda è un censimento:
– Quante aquile vivono nel tuo torace? –
Guarda le vette. Tratta i bianchi

 
In pieno volto il cielo riempie la padella
sfrigola pelli e le menti
sono cipolle novelle e le batte
una specie di cotolette viventi.

Lucido i sensi in pieno sudore. Fa ruggine

 
Il banco più della cera lucida il fondo
che appare diverso. Sia questo bicchiere
l’occhio di vetro, sia il suo cono tronco

 
Il pubblico in sala vorrebbe tornare. Più tardi
– il biglietto consente una ed una sola