blog di Nievdinessuno

 
Tra bianche pareti
le ombre a stormi
incastrano i becchi,
 
sui lenzuoli briciole
di nidi privi del tetto
tacciono assorti

Il secco tra le narici
collante muto
o parodia in parole
che la gente pianta
sul passato e sulle ossa
appena ti impongono chi sei

 
Verso un tramonto
sciolte mani
apparecchiano pareti
con parole
monosillabe
per morti lontani
sulla rotta
di una pelle chiusa

Qui comprendiamo
un rosso più scarno
quando il colpo più celere
nasconde la mano,
 
e le disuguaglianze del vero

Esplode
destro fragore
così bastardo
illude
monosillabe
da un urlo schiuso
a distanza
intavolato
come sostanza

Tento nuove illusioni
ma qui non c’è la mano
a coprire le labbra
dalla conta indecisa
di un nascondino.
 
Qui è distante

Lacrime sciolte
lasciai tra i palmi
per coprire la fame
da una mangiatoia
perché colma di spine
come compagne,
 

1)
Da un buio tunnel
non si vedono gli astri
né la fame tesa tra i pugni
e non si sentono nemmeno
gli agguati della guerra

Così distesa
sei sola
in tutto ciò che è notte
al di fuori o in me
lirica.
 
Spartito
dato in fame

Lontano

rabbocchi

la mia ombra

con le dita.