blog di Piero Lo Iacono

 

Umberto faceva come Leonardo,

comprava gli uccelli al mercato

per rendere loro la libertà….

 

Un giorno mi disse:

“Gli uccelli, lo sanno gli ornitologi,

espellono dal nido il piccolo

A Giovanni Pascoli (Al suo illimitato FONOSIMBOLISMO "infantile" e mimetico-naturalistico)

 

Lo sguardo anima quadri.

Gli occhi acquerelli.

 

L’ugola effonde

myricei trilli

con sillabe

Io ti dissi che tu hai il potere di fare

il buono e il cattivo tempo in me,

che hai il potere di darmi

il sole o la pioggia

in ogni mio giorno,

e poi ti chiesi se per questo

tu eri uno stregone, un mago

o un fattucchiere…

 

(Morale e moralismi a parte, ho amato anche D’ANNUNZIO per il suo EROS ED ARES irruente, sfrenatamente vitalistico, panico-cosmico)

 

 

Ascoltando le tue poesie, Gabriele,

ci sentimmo come le baccanti

quando si dividevano i lacerti

“La parola non è essenza/ ma paura d’assenza nell’uomo che la parla”  (G.Giudici, “Una”)

 

 

Al “Ristorante dei morti” in Via Stilicone

La cameriera come una vestale mi accoglie,

 

 
Come gocciola la nebbia
sui fiori di melo bianchi
al pari della neve.
 
Come gocciola
sulla margherita ignorata di cimitero,
piccolo girasole in ruota a raggiera
intorno a un tuorlo solare.
 
Gocciola la nebbia