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blog di Piero Lo Iacono

Cocci di orci sparsi

Cocci di orci sparsi.
Un’acquerugiola ramata
tra i formicai rovisto.
Sfila la livrea di un ramarro
indossata dalle passerelle di formiche.

Isole

ISOLE

 

E le rose del rosaio

 

E le rose del rosaio

che videro una ragazza

Pescatore pesca te stesso!

 

 

Pescatore pesca te stesso!

 

La manica tagliata

 
Un imperatore cinese
tagliò la manica della veste
su cui si era addormentato
il suo giovane amante

Verdiana

Verdiana la santina
portava le pellicce
a prova di proiettile
sopra una vita da first-lady
e la polvere da sparo per cipria.
Un contrabbandiere del frodo
le vendeva antifurti
per proteggersi dagli altri.
 
Non festeggiava il Giorno del Ringraziamento
per non riflettere sulle cose
a cui si deve essere riconoscenti.
E quando vinceva,
per esempio in un “concorso”,
ringraziava quelli che avevano perso
con molto charme e poco fair play.
 
Voleva sposarmi
pur detestando il matrimonio
solo perché L’ORDINE
le piaceva tanto.
L’ordine. L’ordine nuziale.
Non le REGOLE. Solo per l’ordine.
 

Beau de l'air: Fleurs maladives

 
Presumo che
i fiori la vita perdano
per diventare profumo.
E a morte esplodano

Ma la tartaruga non romperà mai da sé il suo scudo

Ma la tartaruga non romperà mai da sé il suo scudo.

 

Indimenticabile

Tu hai reso tutto indimenticabile.
Sono felice quando ci sei.
Poi latito stremato dall’arsura.
E volta per volta mi dai nascite
che seguono interminabili assenze.
 
Noi lontani da due distanti città
si guardava lo stesso chiaro di luna
e la luna ci univa
(il sole non si è potuto mai guardare).
La stessa luna si invocava
(l’una e le altre)
anche se da me era spesso
nuvoloso la sera.
 
Tuo quando vuoi.
 
A Zabriskie Point,
il punto più infossato e depresso
della Valle della Morte,
nelle Badlands americane,
abbiamo trascorso
in pieno deserto di siccità e sale,
ipogeo d’apocalisse
e dell’assoluta assenza di vita,
le ore più generosissime
d’amore.
Le più indimenticabili.
Te ne ricordi?
Ora ch’è neve di silenzi.
E più non potrei
se freddo senti
darti la mia mano.
 
“Non sapevamo che l’amore è come la poesia e che tutti gli amanti… si immaginano di innovarlo” (R.Radiguet, “Il diavolo in corpo”)

Ada

Ti deprimi
e vuoi sempre dormire.
Non più aspetti con ansia.
Né affanno di gioia o dolore.
Un lungo lunedì (né no né sì).
Hai strappato dal calendario
il giorno di domani.
 
Chiusa in casa,
fissi le margherite nel vaso
e il mondo in TV.
 
Ti siedi e aspetti che nel caffé
lo zucchero si sciolga da solo.
Poi te ne torni a svuotare i portaceneri.
 
In un cimitero vuoi riposare come una morta.
E un morto va coi morti.
Tertium non datur.
 
Ah se ci fosse una fata!
Perché non speri più in Dio.
Come una puerpera maledetta
che ha partorito un camposanto.
Chi rende questo vuoto e ce ne riempie?
 
L’arsenio della vita bevi a sorsi
con dolci baci di labbra rosa.
Dare il cuore ad ore
come una multa.
E l’amore per dogmi di gioie fugaci.

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