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blog di raffaela ruju

Di rumore tacendo

Muta come falena
che gira sempre in cerchio
sedotta da raggio di lanterna
immagino il trionfo della luce.

Muta come colore
tinteggiato sulla tela
mi muovo sonnambula
come ragno a parete.

Zitta come il silenzio
nascosto nel ticchettio dell'ora
di un istante dimenticato
nella pancia del tempo.

Zitta come il rumore
dell'assoluta distanza
tra lo spazio e il suono
nel pomeriggio assonnato.

Sono raccolti negli angoli del cielo
e appesi sopra la memoria
questi momenti taciturni
che viaggiano su navi di cemento.

 

Assioma autunnale - atto primo

Vincent Van Gogh  Cineraria in a Flowerpot

E fu una scossa nella schiena
che mi disse: fermati!

Fu il movimento brusco della mente
forse un gemito di vento
sulla cima del silenzio
per colei che si mosse sul monte
una salita e una discesa di legno

e sacchi pieni di parole
come fiori medicamentosi da seminare

Adesso aspetto che passi
e canto alla vita come posso
giocando con le piccole cose 
nel turbinio di una grandine solitaria

Mi parla il profumo dei miei fiori
che chiedono acqua al ghiaccio

Son ciclamini rossi e cinerarie
queste macchie che tingono la terra
che aspettano l’arrivo di novembre
per parlare di morte ai morti.

 

 

Io non ti ho visto gli occhi

 

A. Rodin Il poeta e la musa


Io non ti ho visto gli occhi

quando ho ascoltato
lo sguardo penetrante
appoggiato alla spalliera

la testa sul cuscino
la spalla sopra il lino
e il cielo nascosto dalla tenda.

Io non ti ho visto gli occhi

ma il tremito confuso delle mani
bisognosa che chiedeva
di perfezionare amore trionfante

di noi, tu ed io, arresi
nella completezza dell'istante
sudati, appagati irrimediabilmente.

Non ti ho guardato gli occhi

e abbiamo scosso il vento
di alchemica passione
occulta l'anima e zingara la vita

andiamo verso la tempesta
ignorando il riso illusorio della quiete
che non ci appartiene ancora.

Il nostro letto è angolo e breccia

è scheggia di benessere
brusio che disperde gocce

 

ubriache di silenzio

assaporando il fremito incontrollato
della pelle che arde sdraiata.
Ora si posa l'occhio chiuso

e giocano le mani coi capelli.

L'innocenza dell'eros

 Tinte di estatico adulterio
dove l’occhio cattura luce
e pesca perle in campo nero

Lei ha schiuso la conchiglia del suo volto
volgendo nell’istante cento sguardi
come a voler mostrare l’innocenza dell’eros

Nero lo sfondo della notte
dove la guancia esprime adolescenza
resta inviolato l’amore senile

Lui prese dal cassetto la speranza
fatto indossare il bianco dove l’ascolto canta
la meraviglia di un mistero armonico

Frammenti insondabili di tempo

Il tempo è una storia interrotta,
un pomeriggio con le finestre aperte
più in là
dove il sole si ritira oltre la nebbia.

e sembra sia finito questo cielo
che si confonde con le acque.

Eppure,
ho la strana  percezione
che ci sia qualcosa di sbagliato
in questo azzurro che ciondola nell’aria

Forse questo frammento che sembra infinito
prima o poi finirà
nella fessura insondabile della pupilla

anche l’occhio s’imbarca
ed esplora l’altra parte del cielo
trafitto pietra su pietra da un muro di stelle

oltrepasso l’orizzonte
che m’inchioda lo sguardo
in un punto astratto in cui  la notte è distante
dal mattino perso in un istante

Ho infilato le mani nelle ombre
aggrappandomi a un filo di nuvole
persa  nel terreno vuoto dell’infinito

Nel luogo rivelato oltre l’esistenza
i flussi di pensiero partoriscono sabbia
cercando di trovare  la materia
che nessuno cerca

Il tempo precipita nello sgomento
sottomettendo la memoria e l’abbaglio
spingendosi oltre l’impenetrabile
sull’altalena dei caprifogli.
 

 

20 MARZO 2009

Indifferenza e resa

Alla pupilla è inafferrabile lo sguardo
messo a nudo
per rivelare la mappa del cuore
 
sembra quasi dolore
la goccia arresa all’occhio
 
con due lenti nere di lutto
per nascondere le palpebre chiuse così
  per stringere il pensiero
 
per non farlo scappare
in questo mare d’indifferenza
 
Ora un'onda di sale
risale la corrente
uniformando il tutto
 
di un apparentemente nulla.

Un muto incontro

 
 
Un soffio di tramonto
sta attraversando l’iride
e s’infrange sull’ematoma gonfio
 
penzolante ai limiti del cielo
 
Una bella invenzione questo sogno
forse un trucco di valzer
questo ballo di lacrime e di ciglia
 
dondolante all’estremità dell’occhio.

 

Il verde della foglia e la conchiglia

 
 
Abbiamo visto il verde
emergere dalle mura in rovina
controspinta di ramo e spina sul mattone
 
Questi silenzi sopravissuti al tempo
emergono dagli abbandoni
 
Come conchiglie vuote alla deriva
imparipennate, obovate, spatolate
allineate all’asse della vita
 
naufraghe dalle fauci del tempo
 fremono in un mare di latte
 
Abbiamo ascoltato da una madreperla
il suono primordiale della creazione
come fosse il frastuono degli abissi
 
aspettando nel luogo delle ombre
che ritorni il sogno
 
Forse è solo un illusione ottica
questo sguardo al passato
di foglie e di conchiglie
 
nella scatola di legno
nella tasca nel seme e nell’oceano
 

Tra colonne di sale

A volte mi sento persa

e in questa terra straniera
dove la pietra ha nome disillusione
si incede lentamente in riva al cosmo

attraverso un filo di orizzonte
striscia il pulviscolo
sospeso tra le nuvole e il silenzio.

A volte mi sono persa

in un ambiente nudo
e a S. Giusto tra colonne di sale
con l'acqua panoramica ingabbiata nei silenzi.

A volte come adesso

sento che nulla scorre
e in questa indifferenza che mi assale
un freddo oblio accecante mi accascia,

nutrendosi di me
come un eco notturno che sa mettere a tacere Leggi tutto »

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