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Poesia

La triste sconosciuta.

un vento tiepido mi ha strusciato
oggi la pelle
dal gusto marino al fior di tamerici
oppure era ginestre gialle
rigogliose e tante
quelle che attraversava per toccarmi
forse non lo saprò mai
quel biondo crine che
lo stesso vento lieve carezzava
ad un convegno pareva camminare
quelle unghie curate lucide scarlatte
coprono artigli in egida contratti
avrà un drago del cuore
o uno che l'attende negli anfratti.
c'era un vuoto intenso profondo
in quelle finestre verdi allungate
le ciglia facevano velario ad ogni istante
come il sipario di velluto quando
alla fine dell'ultima scena viene tirato
dietro il recitante.

Spettri

E’ il tempo sospeso
quello che il silenzio indossa
tonaca di una vita in punta di piedi.
Occhio di giglio la Luna
veste le pietre eterne
di versi luminescenti.
Questa notte le onde
Infiora di sguardi.
Le lampada rosse
brillano ancora tremanti
nel delirio degli spettri
disegnati sul velo delle acque…

Limerick (eroticus senilis)

quando alta s'è alzata là, su quei tacchi
le cosce lascian libere, gli spacchi
senza tema di smentita
riaccende ognor la pipa
e financo dimentico gli acciacchi.

I come Iato

 Tra chi parla e chi ascolta
c'è lo iato dell'aria che vibra.
 
 
Solo il gesto annulla la distanza
- la mano che carezza
la bocca che bacia.
 
 
Tutto il resto è illusione,
specchio, rappresentazione.
Riflesso di riflesso.
 
 
 

Limerick (orticolo)

 
 
oggi friggo in pastella fior di zucca
e nati grazie al concio della mucca
mi sporcai è ver la giacca
solo un po' porca vacca
vedi ora quell' odore m' imbacucca.

Che cercavi

Quando su questo schermo
apparve un nome senza suono
potei leggere da quest'occhio esterno
un urlo farsi vivo da lontano.
 
Cercavi un’altra terra
e un conio che non fosse argilla:
che cercavi?
 
Non potrei dire di quel tono:
il grido era un grillo elettrico e saltava
ogni accento.
 
Cercavi un’attenzione ancora.
Forse lo iato nell’udienza:
che cercavi?
 
Quando lo schermo illuminò il tuo nome
capii da solo
che con un clic
si aprono le vele
 
e il vento è in mano, ancòra di parola
e parolammo.  

Inverter-Bravo

 Se fossero le foglie che cadono,
 a far muovere il vento

 sarebbero i cerchi nell’acqua,
 a gettare sassi nello stagno.

 Ma non credo che i deserti,
 arroventino il sole.

 Torno a sognare ora,
 che ho bisogno di dormire.

 

Sunrise whit me / turn me on

 
è tempo tu mi appaia
il fondo della botte è rotto
ormai, vieni sogno con
labbra rosse della voglia
torna a spandere profumo
che sono pronto
sulla corrente a scorrere
foglia nuova verdeggiante
come luce che si spande
il mattino alle colline
lentamente, solamente
ho imparato a chieder niente
vieni solo baci dammi
e carezze, all'anima alla mente
non badare s'è rotta la voce
e dell'armonia di allora
non c'è niente.
 
 
(è gradita critica costruttiva)

Sensazione

Un giorno
ti guardi allo specchio
e non trovi il solito viso

cogli nello sguardo
un lampo
una luce
un sorriso

si riflette
la tua fragile anima
negli occhi
ti chi ti ama

brilla quella scintilla
che pochi sanno cogliere
fiamma
di frammenti rubati
al tempo che scorre

leggero è il cuore
gonfio d'amore!

come quando il mare cura

credo sia un privilegio
o una sorta di felicità
come quando il mare cura
poter dire eccomi, io ci sono
senza ipotizzare neppure l’idea
del suono rabbioso, tormentato
che fa l’onda mentre percuote
nell’intimo paure e delusioni
diventate roccia

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