Scritto da © raffaelegreco - Dom, 26/12/2010 - 14:10
Nessuna notte è nuda di stelle
nè giorno fosco di nubi frementi di tempesta
com'io vestito vado della tua presenza.
In punta di penna cesello versi pensandoti.
Di penna e uva succosa rimembro rintocchi di labbra;
nel cammino solitario tra campi incolti carezzato dalla bruma,
colgo carezze per pensieri voluttuosi,
con fare mistico.
Umida l'aria, intrisa del profumo che ti agguanta,
che io amo.
Farmi non posso, ahimè, tuo crine
e giungere appresso ad ogni movenza. Nè unghia,
nè sudore, nè lacrima. Ahimè non posso.
Amante disinvolto, plasmo gesti e parole che vorrò dirti, lontano;
per poi al tuo cospetto strozzarmi in pieghe di meraviglia:
muto, ammaliato, contemplatore.
Innanzi a te, diva, proferir parole è becero,
ogni silenzio, un inno.
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