Scritto da © Anonimo - Ven, 25/02/2011 - 18:11
Torno come può essere un uomo
fuori luogo. E’ un darvish, avresti detto
alle casupole così da entrarvi. E’ acqua senza peso
questa nebbia se
avessi osservato la fluidità delle orme scomparse
dal Maghreb.
Tu non dormi, quindi non è il rumore la voce
che ti sveglia dal fondo del Med, il ventre liquido
Piagata dove piega in due l’accoglienza
la pelle accoglie ossa, bianca preghiera
mi appare nuda o solo scucita
l’anima al calore dei palmi persi
Mostrami la guancia
del bacio, dove la spina del dolore spinò le labbra
al saluto colto. Sale, marcio legno
la palma e l’ombra, vivono convinte
alla tua finestra, almeno esterrefatta
pensi al meno.
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