Scritto da © Franco Pucci - Ven, 01/04/2011 - 13:50
[il terzo occhio mi fissava lascivamente acquoso
il pelo maleodorante innescava scintille sulfuree
il ghigno traverso appariva come ferita suppurea]
Lucciole di gas inesploso fecero del giorno la notte
improvviso il palcoscenico crollò al limitare del cielo
così la risata lacerò il silenzio inebetito dagli eventi.
Ancora echeggiano i brividi, mentre allo specchio
cercavo quell’immagine consueta e rassicurante,
l’alieno in me non si riconobbe e fuggì terrorizzato.
Tornai avvilito alla mia bottiglia di giallo cherosene
la rabbia ora montava come tsunami incontrollabile,
non erano questi i patti, il nucleare mi aveva fottuto.
[ancora quell’occhio…]
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